giovedì 7 agosto 2014
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"Qui in trentamila dicono "noi ci stiamo!". Con queste parole di Elena Bonetti e Sergio Bottiglioni, incaricati della Branca rover e scolte dell'Agesci si è aperta ufficialmente giovedì la Route nazionale scout. Finalmente San Rossore dopo i 456 campi mobili che hanno portato i ragazzi tra i 16 e i 21 anni nel grande parco regionale toscano. Siamo nell'enorme "piazza della libertà" della città che gli scout hanno creato e che domenica scomparirà. A loro si rivolgono i due incaricati. "Siete camminatori, col passo lento della strada, della fatica, della rivelazione. Siete sentinelle del futuro. Voi siete in grado di fare nuovo il tempo che vi è stato consegnato. Guardate il futuro negli occhi, la direzione è tracciata, non si torna indietro".

E lanciano parole di impegno: "Essere buoni cittadini, appassionati delle parole prossimità, politica, servizio. Il futuro è oggi!". Parte il canto "è giunta l'ora, è giunto il momento di essere protagonisti del nostro tempo". Mentre nell'aria roteano 30mila fazzolettoni. Sul palco ora i saluti e il "grazie" corale del presidente della Regione Toscana, del sindaco di Pisa, del presidente del Parco. Poi l'arcivescovo di Pisa, Giovanni Paolo Benotto, ricorda le parole di Gesù, "pace a voi" e "non abbiate paura". Proprio il senso del "coraggio" che guida la Route. "Ma non perchè siamo chissà chi. Tutti abbiamo bisogno degli altri e il Signore è con noi ed è lui che ci dà il coraggio". È il momento dell'alzabandiera mentre una coccinella intona l'Inno di Mameli cantato poi da tutti i 30mila.

La Route ora parte davvero. Ogni clan ha il suo spazio assegnato nei cinque quartieri (Gioia, Speranza, Responsabilità, Fedeltà, Novità). Una Woodstock dei contenuti. Migliaia di tendine, ragazzi e ragazze che vogliono essere protagonisti del coraggio, concretamente, con azioni per il futuro. E tutta l'organizzazione è al lavoro per la migliore riuscita. Pasti per tutti senza accendere fuochi, una delle risposte concrete a chi, sbagliando, ha duramente accusato gli scout di poca attenzione all'ambiente. Ma qui i saponi sono biologici da utilizzare nei 70 lavabi e le mille docce, oltre ai 1.500 bagni chimici. In tutti l'invito a non sprecare l'acqua. E poi la raccolta differenziata dei rifiuti. I ragazzi sono molto attenti.

"Il responsabile della ditta che viene a prendere il cartone e il multistrato mi ha detto di non aver mai visto una raccolta fatta così bene", ci dice Donatella responsabile del settore servizi della Route. Lo scenario è davvero mozzafiato, una tavolozza di colori. Le piazze, le cappelline, i portali, i palchi. Fin dalla mattina, nella grande tenda nella "piazza del coraggio" sono al lavoro i 456 "alfieri", uno per ciascuna route mobile. Si confrontano sulle "strade del coraggio" realizzate sui territori, sulle riflessioni scaturite nei sei giorni in cammino. Ne uscirá la "carta del coraggio", che rover e scolte porteranno ai loro territori per guardare al futuro. Alle 18 l'apertura ufficiale. I 30mila si muovono ordinatamente, clan per clan, chiamati al microfono fin dalle 15,30. C'è da fare fino a 5 chilometri. Ma tutto scorre bene, un fiume multicolore allegro e canterino. Il grandissimo prato si tinge d'azzurro. Scorrono sullo schermo le immagini delle precedenti Route, La Mandria 1975 e Piani di Pezza 1986. Arrivano alcuni importanti amici degli scout.

L'arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio, a lungo assistente nazionale dell' Agesci, e il cardinale Giuseppe Betori. "Questi ragazzi - ci dice l'arcivescovo di Firenze - mandano a tutto il Paese un grande messaggio di speranza e coraggio. Portano fiducia e ottimismo contro il pessimismo che abbiamo spesso noi adulti. E sono in forte sintonia con la grande forza e il coraggio che sta dando alla Chiesa Papa Francesco". E la sfida del coraggio comincia.

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