sabato 15 settembre 2012
​In occasione del diciannovesimo anniversario dell'omicidio del sacerdote di Brancaccio, verranno ordinati quattro nuovi presbierti.
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Il modo migliore per ricordare don Pino Puglisi, che sarà presto beato, è proseguire la sua missione e prendere esempio dal suo ministero. È per questo che, in occasione del diciannovesimo anniversario del suo assassinio, la Chiesa di Palermo festeggerà l’ordinazione di quattro nuovi presbiteri. Il cardinale Paolo Romeo, questo pomeriggio alle 18, imporrà le mani su Francesco Di Maio, 37 anni della parrocchia Santa Cristina a Borgonuovo; Matteo Ingrassia, 30 anni della parrocchia Cuore Immacolato di Maria in Misilmeri; Sergio Matranga, 31 anni della parrocchia di Santa Rosalia a San Lorenzo, e Massimiliano Turturici, 34 anni della parrocchia di Santa Petronilla a Trabia. Tra loro c’è chi era capo animatore in un villaggio turistico e sognava di sfondare nel mondo dello spettacolo, un altro voleva diventare architetto, un altro ancora ha scoperto Dio durante il servizio militare e il quarto in un campo vocazionale. In questo giorno l’emozione è grande ed è sintetizzata dalle parole di uno di loro. «La mia vocazione è nata mentre svolgevo il servizio militare – dichiara Francesco Di Maio – quella è stata una esperienza molto forte che mi ha segnato e mi fatto scegliere di seguire il Signore per tuta la vita. Sono onorato di dovere vivere la mia ordinazione nel giorno in cui ricorre l’anniversario del sacrificio di padre Pino Puglisi». La celebrazione di questa sera è la conclusione di una settimana di iniziative sul territorio, inaugurazione di spazi per i giovani, veglie di preghiera, organizzate dal Centro di accoglienza «Padre nostro» e dalla parrocchia Maria Santissima del Divino Amore-San Gaetano, per ricordare il lavoro svolto sul territorio da don Puglisi all’inizio degli anni Novanta. Il parroco di Brancaccio fu ucciso il 15 settembre 1993 per ordine della mafia, nel giorno del suo 56° compleanno. La pistola del killer Salvatore Grigoli, sparò in odium fidei, ossia in avversione nei confronti della fede e, quindi, don Giueppe Puglisi può essere considerato un martire, come ha stabilito la Congregazione per le cause dei santi. Per il nuovo parroco di San Gaetano a Brancaccio, don Maurizio Francoforte, «è necessaria una svolta per il territorio. Il martirio di Puglisi vuol dire che nessun tipo di contiguità con la mafia può essere tollerato. Questo è il messaggio che deve raggiungere tutti».
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