mercoledì 11 maggio 2016
​Il cardinale segretario di Stato ha annunciato il viaggio a giugno, durante la visita in corso nei Paesi baltici. Roma preoccupata per la grave situazione umanitaria ucraina
Parolin in Ucraina, la solidarietà del Papa
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Il segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin sarà in Ucraina a giugno per esprimere la solidarietà del Papa alla popolazione sofferente. Lo ha annunciato lo stesso Parolin, che si trova in Estonia, seconda tappa del viaggio che sta compiendo nell’area baltica: dal 7 al 9 maggio, infatti, è stato in Lituania, mentre nella serata di oggi si sposterà in Lettonia. Il ritorno a Roma è previsto per il 13 maggio. Stamani, all’Università di Tartu, il cardinale tenuto un discorso incentrato sulle relazioni internazionali della Santa Sede. Eccone i punti principali secondo La Radio Vaticana. La Santa Sede preoccupata per situazione umanitaria in Ucraina “Data la gravità della situazione attuale, io stesso mi recherò in Ucraina il mese prossimo, per esprimere la solidarietà di Papa Francesco a coloro che soffrono”.Ricordando la colletta per il Paese indetta dal Papa per lo scorso 24 aprile, il porporato sottolinea che “la Santa Sede è particolarmente preoccupata per la questione umanitaria in peggioramento, a causa del conflitto in corso” e dell’inflazione che ha lasciato “più di mezzo milione di persone” senza cibo, provocando “un milione e mezzo di sfollati”. Drammatiche anche l’emergenza sanitaria – aggiunge il segretario di Stato – e le condizioni dei bambini che non possono frequentare le scuole e sperimentano quotidianamente la violenza, rimanendone traumatizzati. Rispettare il diritto internazionale e promuovere il dialogo Di fronte a tutto questo – sottolinea il segretario di Stato – la Chiesa cattolica, sebbene sia una minoranza in Ucraina, “sta rispondendo ai bisogni della popolazione”, mentre la Santa Sede sta preparando “interventi specifici a beneficio di tutti, senza discriminazioni religiose”. Al contempo, ribadisce Parolin, è importante rispettare il diritto internazionale ed umanitario, incoraggiando le parti in causa “ad intraprendere il dialogo per superare le difficoltà attuali ed alleviare le sofferenze della popolazione”. Una risposta umanitaria alla crisi migratoria Poi, lo sguardo del porporato si allarga a tutta l’attività diplomatica della Santa Sede, che è lontana – spiega – da approcci “puramente politici o commerciali”, ma è basata, piuttosto, su quattro principi fondamentali: dignità della persona umana, promozione del bene comune, solidarietà e sussidiarietà. Di qui, il richiamo a fare attenzione a due crisi attuali dell’Europa: la crisi migratoria e quella di valori. Riguardo alla prima, il porporato si appella ad “una risposta umanitaria” che sappia bilanciare “la tutela dei diritti dei cittadini europei e l’accoglienza dei migranti”, attraverso “un dialogo franco e rispettoso tra i Paesi di origine, transito e destinazione” dei profughi. Quanto alla crisi di valori, invece, il segretario di Stato richiama l’importanza della tutela dei diritti umani, da non ridurre a mero individualismo, ma da intendere come universali, in quanto essenziali per la persona e la sua dignità.Il saluto del Pontefice ai fedeli estoni Prima di recarsi all’ Università di Tartu, stamani il segretario di Stato ha presieduto la Messa nella Chiesa cittadina dell’Immacolata Concezione, portando ai fedeli presenti il saluto e la benedizione del Papa. Nella sua omelia, il porporato ha ricordato “gli aspetti essenziali” della vita dei vescovi e dei sacerdoti, ovvero la fedeltà a Cristo, la vigilanza, l’attenzione alla Parola di Dio e la preghiera. Centrale anche il richiamo ai pastori, affinché si pongano al servizio del gregge che è stato loro affidato, senza pensare di “trarre profitto” dai fedeli, ma vedendo invece come “spendersi” per essi. Portare avanti con coraggio la nuova evangelizzazione Ieri pomeriggio, inoltre, il cardinale Parolin ha presieduto la Santa Messa nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a Tallin: ricordando “la testimonianza di sacerdoti, religiosi e laici di fronte a persecuzioni, deportazioni ed ostacoli di ogni genere” vissuti dalla Chiesa estone nel periodo “dell’occupazione e della dittatura”, il porporato ha esortato i fedeli a continuare nella “coraggiosa” missione della nuova evangelizzazione anche oggi, soprattutto di fronte a sfide non meno rilevanti, come la secolarizzazione, l’indifferenza religiosa e l’ostilità alla fede. L’importanza del dialogo ecumenico In quest’ottica, il segretario di Stato ha insistito sull’importanza della dimensione ecumenica, soprattutto in un Paese, come l’Estonia, con “una forte tradizione ortodossa e luterana”. “Vi incoraggio – ha detto ai fedeli – a continuare a pregare insieme, a promuovere il dialogo ed a cooperare a varie iniziative per diffondere la fede e promuovere il bene comune, nello spirito del Vangelo”, perché “la divisione tra cristiani è contraria alla volontà di Cristo”.

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