sabato 18 aprile 2015
​Il segretario di Stato: grazie alla sua fede ha diffuso valori condivisibili da tutti.
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​Dante è "uno dei massimi esponenti della cultura italiana", "concepì la sua Commedia libero da ogni committenza ecclesiastica, ma ancorato a una viva fede" grazie alla quale "ha affrontato i temi e li ha ancorati alla realtà" convinto che "la felicità del singolo non si può disgiungere da quella degli altri". Lo ha detto il segretario di Stato Pietro Parolin nel suo discorso al presidente Mattarella, davanti al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Il segretario di Stato ha ricordato Dante per riflettere sul contributo che, ha detto, "la fede cristiana può offrire ai popoli del mondo". Ricorre quest'anno, ha detto, il 750/mo anniversario della nascita di Dante Alighieri, "tra i massimi esponenti lingua e cultura italiana" la cui "intelligenza, cultura e fede" lo hanno portato "fino a concepire la Commedia", nella quale "Dante libero da ogni committenza ecclesiastica, ma ancorato a una viva fede", grazie a questa "ha affrontato i temi e li ha ancorati alla realtà" convinto che "la felicità del singolo non si può disgiungere da quella degli altri". "Il suo stesso impegno per la polis fiorentina - ha rimarcato il cardinal Parolin - ancorché dettato da profondo amore per la città che gli ha dato i natali" non è mai scaduto "nel municipalismo autoreferenziale", "anche il suo rapporto con il papato", ha sottolineato Parolin, è stato "complesso ma consapevole dalla posta in gioco". Molto alto si potrebbe dire, ha osservato il porporato, ma è certo che "la fede cristiana trasforma le persone in valori", grazie anche a "valori apprezzabili da tutti, rendendo più civili i rapporti umani".
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