mercoledì 25 giugno 2014
​Lo ha detto il Papa nell'Udienza generale di oggi. "Non si fanno cristiani in laboratorio - ha affermato -: il cristiano è parte di un popolo che viene da lontano e che si chiama Chiesa. LEGGI IL TESTO
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"Non siamo cristiani a titolo individuale, ognuno per conto proprio, no: la nostra identità cristiana è l'appartenenza, siamo cristiani perché apparteniamo alla Chiesa". Lo ha detto il Papa nell'udienza generale di oggi. "Non si fanno cristiani in laboratorio - ha affermato -: il cristiano è parte di un popolo che viene da lontano e che si chiama Chiesa. Nessuno diventa cristiano da sé". "E nella Chiesa - ha aggiunto - non esiste il fai da te, non esistono battitori liberi".Il Pontefice ha poi rivolto il suo pensiero grato al suo predecessore: "Quante volte Papa Benedetto ha descritto la Chiesa come un 'noi ecclesiale!", ha ricordato ai fedeli che gremivano piazza San Pietro. Oltre 33 mila, secondo i dati della Prefettura della Casa Pontificia, ipellegrini presenti stamane in piazza. Gruppi provenienti da tutto il mondo. Tra i più numerosi quello del Movimento ecclesiale carmelitano (circa 1.200 persone). Prima dell'udienza, il Papa ha salutato i malati che si erano raccolti nell'Aula Nervi. "Ora vi dò la benedizione. Poi io andrò in piazza per l'Udienza". "È troppo caldo per voi lì e c'è il pericolo di pioggia, e per voi è più comodo seguire l'Udienza al chiuso", ha spiegato loro. Poi ha domandato "sta bene?". "È meglio così. Non vi dimenticate di pregare per me".Al termine dell'Udienza Generale, Papa Bergoglio ha rivolto un "saluto cordiale" alla delegazione della Bethlehem University, che quest'anno celebra il quarantesimo anniversario di fondazione, per iniziativa di Paolo VI che volle ricordare così, dieci anni dopo, il suo pellegrinaggio in Terra Santa del 1964. L'ateneo, che Montini affidò ai Fratelli delle scuole cristiane già presenti a Gerusalemme e che è sostenuto anche dalla Cei con i fondi dell'8 per mille, rappresenta il principale luogo di alta formazione nello Stato Palestinese. Francesco ha voluto riconoscerne oggi il merito a gestori e docenti, "con particolare riconoscenza per la lodevole attività accademica svolta a favore del popolo palestinese".
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