mercoledì 23 novembre 2011
Lo​ annuncia un comunicato della Prefettura della Casa Pontificia. Durante la visita pastorale ci sarà anche un dialogo con i detenuti. All'udienza generale il Papa, ricordando la sua recente visita in Benin, ricorda che In Africa "c'è una riserva di vita e di vitalità per il futuro sulla quale la Chiesa può contare".
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Il 18 dicembre prossimo Papa Benedetto XVI andrà in visita al carcere romano di Rebibbia. Lo annuncia un comunicato della Prefettura della Casa Pontificia. Durante la visita pastorale ci sarà anche un dialogo con i detenuti. "Alle ore 10, nella chiesa centrale del carcere dedicata al Padre Nostro, il Papa incontra i detenuti e risponde alle loro domande", spiega la nota della Prefettura della Casa Pontificia. Prima di lasciare il carcere - alle 11.30 - e far ritorno in Vaticano per l'Angelus, il Papa benedirà un albero che sarà piantato a ricordo della visita. Rebibbia è il secondo istituto penitenziario romano visitato da Benedetto XVI, che il 18 marzo 2007 si era recato al carcere minorile di Casal Del Marmo. L'UDIENZA GENERALEIn Africa "c'è una riserva di vita e di vitalità per il futuro sulla quale possiamo contare, sulla quale la Chiesa può contare". Così Benedetto XVI ha parlato oggi del viaggio apostolico in Benin, il secondo in Africa del suo pontificato, ripercorrendone durante l'udienza generale i momenti principali, tra cui la firma e la consegna alle Chiese locali dell'esortazione apostolica post-sinodale "Africae munus". "In questa fase cruciale per l'intero Continente - ha detto il Papa - la Chiesa in Africa, con il suo generoso impegno al servizio del Vangelo, con la coraggiosa testimonianza di fattiva solidarietà, potrà essere protagonista di una nuova stagione di speranza". "In Africa - ha proseguito - ho visto una freschezza del sì alla vita, una freschezza del senso religioso e della speranza, una percezione della realtà nella sua totalità con Dio e non ridotta ad un positivismo che, alla fine, spegne la speranza"."Questo mio viaggio - ha sottolineato il Pontefice - ha costituito anche un grande appello all'Africa, perchè orienti ogni sforzo ad annunciare il Vangelo a coloro che ancora non lo conoscono. Si tratta di un rinnovato impegno per l'evangelizzazione, alla quale ogni battezzato è chiamato, promuovendo la riconciliazione, la giustizia e la pace".In Africa c'è la necessità di "costruire una società in cui i rapporti tra etnie e religioni diverse siano caratterizzati dal dialogo e dall'armonia": e per questo occorre la capacità di "essere veri seminatori di speranza in ogni realtà e in ogni ambiente". "Le comunità cristiane dell'Africa - ha osservato il Pontefice, parlando ai circa 7.000 fedeli riuniti nell'Aula Paolo VI - sono chiamate a rinnovarsi nella fede per essere sempre più al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace". In particolare, "sono invitate a riconciliarsi al loro interno per diventare strumenti gioiosi della misericordia divina, ognuna apportando le proprie ricchezze spirituali e materiali all'impegno comune"."Questo spirito di riconciliazione è indispensabile anche sul piano civile e necessita un'apertura alla speranza che deve animare anche la vita sociopolitica ed economica del continente", ha detto ancora il Papa ricordando l'incontro con le istituzioni politiche, il corpo diplomatico e i rappresentanti delle religioni, in cui ha posto l'accento "proprio sulla speranza che deve animare il cammino del continente", rilevando "l'ardente desiderio di libertà e di giustizia che, specialmente in questi ultimi mesi, anima i cuori di numerosi popoli africani".
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