giovedì 1 novembre 2012
​Benedetto XVI, nella riflessione proposta all'Angelus, ha ricordato che «l'essere uniti a Cristo, nella Chiesa, non annulla la personalità, ma la apre, la trasforma con la forza dell'amore, e le conferisce, già qui sulla terra, una dimensione eterna».
La festività di Tutti i Santi per riscoprire l'Eucaristia
LE PAROLE DEL PAPA Il testo dell'Angelus | 500 anni della Cappella Sistina | L'udienza del mercoledì
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Credere fortemente nella vita eterna, sentirci in vera comunione con i nostri cari defunti: sono le due grazie che chiede papa Benedetto XVI celebrando la festività di Ognissanti e alla vigilia della commemorazione dei defunti che si celebra domani.All'Angelus, recitato dal palazzo Apostolico, il pontefice spiega che "nella festa di oggi, noi pregustiamo la bellezza di questa vita di totale apertura allo sguardo d'amore di Dio e dei fratelli, in cui siamo certi di raggiungere Dio nell'altro e l'altro in Dio. Con questa fede piena di speranza, noi veneriamo tutti i santi e ci prepariamo a commemorare domani i fedeli defunti. Nei santi vediamo la vittoria dell'amore sull'egoismo e sulla morte", sottolinea Joseph Ratzinger. Inoltre, spiega ancora il Papa, "vediamo che seguire Cristo porta alla vita, alla vita eterna. E dà senso al presente, a ogni attimo che passa, perché lo riempie d'amore e di speranza. Solo la fede nella vita eterna - sottolinea Benedetto XVI - ci fa amare veramente la storia e il presente, ma senza attaccamenti, nella libertà del pellegrino che ama la terra perché ha il cuore in Cielo".La solennità di Ognissanti, osserva ancora il Papa, " ci fa riflettere sul duplice orizzonte dell'umanità, che esprimiamo simbolicamente con le parole 'terra' e 'cielo': la terra rappresenta il cammino storico; il cielo l'eternità, la pienezza della vita in Dio". Così, "questa festa ci fa pensare alla Chiesa nella sua duplice dimensione: la Chiesa in cammino nel tempo e quella che celebra la festa senza fine, la Gerusalemme celeste. Queste due dimensioni sono unite dalla realtà della comunione dei santi: una realtà che comincia quaggiù sulla terra e raggiunge il suo compimento in Cielo. Essere cristiani, far parte della Chiesa significa aprirsi a questa comunione, come un seme che si schiude nella terra morendo e germoglia verso l'alto, verso il cielo". Santi, sottolinea Benedetto XVI, sono "quelli che la Chiesa proclama tali, ma anche tutti i santi e le sante che solo Dio conosce, e che oggi pure celebriamo". Tutti "hanno vissuto intensamente questa dinamica. In ciascuno di loro, in modo molto personale, si è reso presente Cristo, grazie al suo Spirito che opera mediante la Parola e i Sacramenti. Infatti, l'essere uniti a Cristo, nella Chiesa, non annulla la personalità, ma la apre, la trasforma con la forza dell'amore e le conferisce, già qui sulla terra, una dimensione eterna. In sostanza, significa diventare conformi all'immagine del Figlio di Dio, realizzando il progetto di Dio che ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza".
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