lunedì 31 marzo 2014
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"Caro Papa Francesco, il 2 aprile con i miei amici ti portiamo la bici degli abbracci fatta da noi, è fortissima. Noi siamo lì, ci vieni a salutare". A Ottavio, 12 anni e una diagnosi di autismo sulla pelle, non serve aggiungere altro (nemmeno un punto interrogativo) nella lettera che ha scritto al Papa. A lui ha pure dedicato un disegno e l'unico colore usato è il rosso per la bocca. Mercoledì insieme a Giampietro, l'amico inseparabile della stessa età, con Simone che di anni ne ha 18 e le loro tre mamme, ha incontrato il pontefice nella Giornata mondiale dell'autismo.  È partita da Treviso la piccola delegazione della fondazione 'Oltre il labirinto onlus', invitata dal Vaticano, che dal 2009 si occupa di assistenza alle persone autistiche, specie "nel durante e dopo di noi", come ripetono i genitori. In Italia sono circa 600 mila le famiglie che convivono con questa patologia, che in media richiede due anni prima di una diagnosi certa.  E dalla città veneta viene anche il regalo per Bergoglio: un tandem su cui il 'passeggero' pedala ma seduto davanti a chi guida, come se ne fosse abbracciato. E sarà completamente bianco compreso campanello, sella e portapacchi. Alla consegna del regalo, il Papa ha detto "Grazie" a Ottavio, che gli ha prontamente risposto: "Figurati".Pensata per i disabili, è stata chiamata 'bici degli abbraccì (o hugbike) e ad assemblarne i pezzi (selle, brugole o solo il manuale) hanno contribuito i sette ragazzi della Fondazione che si ritrovano nel villaggio 'Godega 4Autism' aperto a Godega Sant'Urbano (Treviso). "Volevamo creare un'impresa sostenibile che aiutasse l'inserimento sociale, ed eventualmente lavorativo, dei ragazzi autistici", spiega Mario Paganessi, direttore della fondazione e padre di uno dei tre piccoli ospiti del Papa. Sua anche l'idea della bici. Trovati un progettista, una designer e un maestro di bottega, sono nati una decina di prototipi. Da poco le prime consegne.  Le bici, di alluminio tranne il manubrio d'acciaio, sono adatte ai ragazzi autistici. "Spesso loro non hanno la percezione del pericolo - ricorda Paganessi - e quando diventano più grandi, rischiano di distrarsi e cadere. Invece così sono più sicuri e soprattutto migliorano l'autostima perché sentono di essere davvero loro a guidare". In più per qualcuno di loroè quasi un sogno che si avvera. È il caso di Giampietro, da sempre appassionato di viti e rotelle. "L'autismo gli è stato diagnosticato poco dopo i 2 anni - racconta Paganessi -. Aveva comportamenti strani e una mania per orologi e lancette. Gli piaceva smontarli o andare a sentire il suono delle campane".
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