sabato 15 novembre 2014
​​Il Pontefice nell'incontro con i Medici cattolici ribadisce la sacralità e inviolabilità della vita umana. No all'aborto, eutanasia e fecondazione artificiale. I figli "non si producono". Alla "falsa compassione" del pensiero "dominante" Bergoglio contrappone quella evangelica dei "buoni samaritani" verso i più deboli: anziani, disabili e bambini.  IL TESTO
Colloquio interreligioso su complementarietà uomo-donna
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​"State attenti, sperimentare con la vita, giocare con la vita, è un peccato contro Dio Creatore". Sono le parole rivolte dal Papa ai medici cattolici in occasione dei 70 anni dall'associazione (Amci). Lasciando il discorso scritto e parlando a braccio Bergoglio ha spiegato che questo avviene quando si decide di "fare figli e non di accoglierli come dono". Perché i figli "non si producono". Stesso discorso, ha aggiunto, vale per "l'eutanasia". Il Papa ha sottolineato che "l'aborto non è un problema religioso, e neanche filosofico. È un problema scientifico perché c'è una vita umana e non è lecito fare fuori una vita umana per risolvere un problema". E questo concetto non può cambiare con il passare degli anni. "Nel pensiero antico e nel pensiero moderno uccidere significa lo stesso", ha detto il Papa. Analogo discorso vale per l'eutanasia, papa Francesco ha fatto riferimento a quella "eutanasia nascosta" di cui sono vittime gli anziani. "Significa dire a Dio no, la fine della vita la decido io. È un peccato - ha ribadito il Pontefice - contro Dio creatore". Proprio per questo Bergoglio ha esortato i medici cattolici ad essere fedeli "al Vangelo della vita e al rispetto di essa come dono di Dio" e a fare "scelte coraggiose e controcorrente che, in particolari circostanze, possono giungere all'obiezione di coscienza". Su aborto, eutanasia e fecondazione artificiale, ha ammonito il Papa, il pensiero dominante propone una "falsa compassione": "quella che ritiene sia un aiuto alla donna favorire l'aborto, un atto di dignità procurare l'eutanasia, una conquista scientifica produrre un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono". Bergoglio ha sottolineato come "la compassione evangelica" sia quella che accompagna nel momento del bisogno, cioè quella del Buon Samaritano, che "vede, ha compassione, si avvicina e offre aiuto concreto. La vostra missione di medici vi mette a quotidiano contatto con tante forme di sofferenza: vi incoraggio a farvene carico come buoni samaritano, avendo cura in modo particolare - è l'appello di Francesco rivolto ai medici cattolici - degli anziani, degli infermi e dei disabili". "La vita umana è sempre sacra e sempre di qualità. Non esiste una vita umana più sacra di un'altra, come non c'è una vita umana qualitativamente più significativa di un'altra, solo in virtù di mezzi, diritti, opportunità economiche e sociali maggiori" ha detto il Papa sottolineando che "la vita umana è sempre sacra, valida ed inviolabile, e come tale va amata, difesa e curata". Papa Francesco ha anche evidenziato un paradosso: il fatto che siano aumentate le possibilità di guarigione ma diminuite le capacità di prendersi cura delle persone, soprattutto le più fragili, "ammalati, anziani, bambini, disabili". "Non c'è dubbio che, ai nostri giorni, a motivo dei progressi scientifici e tecnici, sono notevolmente aumentate - ha fatto presente nell'udienza ai medici cattolici - le possibilità di guarigione fisica; e tuttavia, per alcuni aspetti sembra diminuire la capacità di 'prendersi curà della persona, soprattutto quando è sofferente, fragile e indifesa. In effetti, le conquiste della scienza e della medicina possono contribuire al miglioramento della vita umana nella misura in cui non si allontanano dalla radice etica di tali discipline".
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