sabato 10 novembre 2012
​Benedetto XVI, «per contribuire a raggiungere tali scopi» ha istituito con il motu proprio «Lingua latina» un nuovo organismo vaticano, dipendente dal Pontificio Consiglio della Cultura.
Il testo del motu proprio
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Con una lettera apostolica in forma di 'motu proprio', Benedetto XVI ha istituito la Pontificia Accademia della Latinità. Al tempo stesso il Papa ha dichiarato estinta la fondazione 'Latinitas' che fu istituita nel 1976 da Paolo VI."La lingua latina - sottolinea nella sua lettera apostolica Joseph Ratzinger - è sempre stata tenuta in altissima considerazione dalla Chiesa Cattolica e dai Romani Pontefici, i quali ne hanno assiduamente promosso la conoscenza e la diffusione, avendone fatto la propria lingua, capace di trasmettere universalmente il messaggio del Vangelo, come già autorevolmente affermato dalla Costituzione Apostolica Veterum Sapientia del mio predecessore, il beato Giovanni XXIII. In realtà, sin dalla Pentecoste, la Chiesa ha parlato e ha pregato in tutte le lingue degli uomini". Tuttavia, "le comunità cristiane dei primi secoli usarono ampiamente il greco e il latino, lingue di comunicazione universale del mondo in cui vivevano, grazie alle quali la novità della Parola di Cristo incontrava l'eredità della cultura ellenistico-romana. Dopo la scomparsa dell'Impero Romano d'Occidente, la Chiesa di Roma non solo continuò ad avvalersi della lingua latina, ma se ne fece in certo modo custode e promotrice, sia in ambito teologico e liturgico, sia in quello della formazione e della trasmissione del sapere".Anche ai nostri tempi, osserva ancora il Papa nella sua lettera apostolica, "la conoscenza della lingua e della cultura latina risulta quanto mai necessaria per lo studio delle fonti a cui attingono, tra le altre, numerose discipline ecclesiastiche quali, ad esempio, la Teologia, la Liturgia, la Patristica ed il Diritto Canonico, come insegna il Concilio Ecumenico Vaticano II". Inoltre, in latino "sono redatti, proprio per evidenziare l'indole universale della Chiesa, i libri liturgici del Rito romano, i più importanti documenti del Magistero pontificio e gli atti ufficiali più solenni dei Romani Pontefici". Tuttavia, "nella cultura contemporanea si nota, nel contesto di un generalizzato affievolimento degli studi umanistici, il pericolo di una conoscenza sempre più superficiale della lingua latina, riscontrabile anche nell'ambito degli studi filosofici e teologici dei futuri sacerdoti". Appare perciò "urgente sostenere l'impegno per una maggiore conoscenza e un più competente uso della lingua latina, tanto nell'ambito ecclesiale, quanto nel più vasto mondo della cultura".È proprio per "dare rilievo e risonanza a tale sforzo" e "valorizzare il ricco e multiforme patrimonio della civiltà latina" che viene istituita la Pontificia Accademia di Latinità, dipendente dal Pontificio Consiglio della Cultura, retta da un presidente coadiuvato da un segretario nominati dal Papa e da un Consiglio Accademico. Primo presidente dell'Accademia è stato nominato Ivano Dionigi, rettore dell'università di Bologna.
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