sabato 18 agosto 2012
​Il messaggio di Benedetto XVI al vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi, in occasione dell'apertura del Meeting per l'Amicizia fra i Popoli. «Occorre sradicare tutte le false promesse di infinito che seducono l'uomo e lo rendono schiavo».
Il testo integrale del messaggio
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Nella vita di ogni giorno "anche quando si rifiuta o si nega Dio, non scompare la sete di infinito che abita l'uomo. Inizia invece una ricerca affannosa e sterile, di 'falsi infiniti' che possano soddisfare almeno per un momento". E così, "l'uomo, senza saperlo, si protende alla ricerca dell'Infinito, ma in direzioni sbagliate: nella droga, in una sessualità vissuta in modo disordinato, nelle tecnologie totalizzanti, nel successo ad ogni costo, persino in forme ingannatrici di religiosità". È quanto scrive papa Benedetto XVI, in un passaggio del suo messaggio al vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi, in occasione dell'apertura del Meeting per l'Amicizia fra i Popoli."Anche le cose buone, che Dio ha creato come strade che conducono a Lui - scrive ancora - non di rado corrono il rischio di essere assolutizzate e divenire così idoli che si sostituiscono al Creatore. Riconoscere di essere fatti per l'infinito - osserva il Pontefice - significa percorrere un cammino di purificazione da quelli che abbiamo chiamato 'falsi infiniti', un cammino di conversione del cuore e della mente. Occorre sradicare tutte le false promesse di infinito che seducono l'uomo e lo rendono schiavo. Per ritrovare veramente se stesso e la propria identità, per vivere all'altezza del proprio essere, l'uomo deve tornare a riconoscersi creatura, dipendente da Dio".
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