martedì 15 aprile 2014
​Il Pontefice celebrerà la messa in coena Domini  nella chiesa del centro romano Santa Maria della Provvidenza.
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"Per il rito della lavanda dei piedi abbiamo scelto dodici disabili di diversa età, etnia e di diversa appartenenza religiosa, con handicap di diversa gravità. È infatti un gesto davvero universale di unDio che si fa uomo e serve tutta l'umanità ed è segno della misericordia evangelica che vuole abbracciare con il gesto del Papa tutto il mondo della sofferenza". Lo ha detto alla Radio Vaticana monsignor Angelo Bazzari, presidente della Fondazione Don Carlo Gnocchi, a proposito della messa "in coena Domini" che papa Francesco celebrerà il Giovedì Santo nella chiesa del centro romano "Santa Maria della Provvidenza" tra i disabili e gli operatori dell'Opera del "papà dei mutilatini", caratterizzata dal gesto della lavanda a dodici ospiti disabili."È un gesto che il Papa compie sempre nel solco di quella convincente Chiesa che vuole inforcare il grembiule del servizio a favore degli ultimi che - evangelicamente - sono poi i primi. Questo regalo è certamente una tenera carezza che Francesco fa al mondo della sofferenza, all'universo abitato dai più fragili e dai più vulnerabili", sottolinea Bazzari.  "Un gesto - aggiunge - che certamente vuole seminare speranza e diventa anche un modello poi da imitare perché si pone in continuità non solo con i gesti del nostro fondatore ma anche con tutta l'azione della Fondazione nei suoi oltre sessant'anni di vita".Ecco chi sono i dodici ospiti della Fondazione Don Gnocchi a cui il Papa dedicherà il gesto della lavanda dei piedi. In fondo alla pagina guarda anche il servizio video di TV2000Di età compresa tra i 16 e gli 86 anni (italiani e tre di origine straniera, uno dei quali di fede musulmana), sono affetti da patologie invalidanti di carattere ortopedico, neurologico e oncologico. Il più giovane di loro si chiama Osvaldinho. Ha 16 anni, è originario di Capo Verde e risiede a Roma da tempo. L'anno scorso, un banale tuffo in mare, l’acqua troppo bassa, l’impatto violento, l’esito devastante: gli arti paralizzati, completamente immobile, costretto su una sedia a rotelle. Non perde, però, la straordinaria voglia di vivere, tipica dei suoi anni, alimentata dalle terapie riabilitative al Centro “S. Maria della Pace” di Roma. Di altro genere la vicenda di Orietta, romana, 51 anni. A soli due anni è colpita da vaiolo che le provoca un’encefalite. Per la famiglia inizia un calvario fatto anche di emarginazione e incomprensioni. A 9 anni l’accoglienza al “Cottolengo” di Roma, che aveva sede presso l’attuale Centro Don Gnocchi “S. Maria della Provvidenza”. Da 43 anni, vive in questa sua nuova famiglia allargata, senza per questo aver perso la sua famiglia di origine. Anzi, non c'è giorno che i genitori non la vadano a trovare, al punto da diventare volontari del Centro. Samuele, 66 anni. A 3 anni il dramma della poliomielite, vera e propria piaga che falcidiava l’infanzia di quegli anni e a cui don Gnocchi si era dedicato una volta esaurita l’emergenza dei mutilatini. La famiglia di Samuele, paralizzato agli arti inferiori, non era in grado di garantirgli cure, né scuole speciali. Sarà proprio l’incontro con l’Opera di don Gnocchi a cambiargli la vita. Dalla provincia dell’Aquila, all’età di 13 anni, Samuele si trasferisce a Roma e qui inizia il suo percorso di rinascita. Al Centro “S. Maria della Pace” di Roma riceve cure mediche, istruzione, formazione professionale, un lavoro e qui conosce persino la donna che poi sposerà. Samuele non ha più lasciato la Fondazione Don Gnocchi, diventandone operatore dipendente, fino alla pensione, raggiunta pochi anni fa. Marco, 19 anni, quinto anno al liceo scientifico tecnologico. Animatore nella parrocchia “SS. Annunziata” di Sabaudia (Lt), gli è stata diagnosticata nell’ottobre dello scorso anno una neoplasia cerebrale. Ha subito in questi mesi una serie di interventi chirurgici. È ospite, dallo scorso gennaio, del Centro “S. Maria della Provvidenza” di Roma . Angelica, 86 anni, originaria di Maenza (Lt). Contadina per tutta la vita, sposata con un armeno, tre figli, rimasta vedova a 39 anni, è stata presidente dell’Azione Cattolica del proprio paese. Nell’88 il primo intervento per protesi all’anca sinistra, ripetuto per una sostituzione nel ‘93. Nell’agosto dello scorso anno, la caduta con frattura scomposta dell’anca già operata e di varie costole. È in riabilitazione alla Fondazione Don Gnocchi dopo un lungo calvario in varie strutture pubbliche. Daria, 39 anni, affetta da tetraparesi spastica neonatale, ricoverata fin da piccola presso la degenza diurna del Centro. Pietro, 86 anni, due figli e tre nipoti. Artigiano per tutta la vita, risiede da circa un anno al Centro per deficit dell’equilibrio e della deambulazione ed ipotonotrofia muscolare. Gianluca, 36 anni. Dall’età di 14 anni ha subito vari interventi per meningiomi. È ospite da due anni della RSA. Stefano, 49 anni, affetto da oligofrenia grave e spasticità in esiti di cerebropatia neonatale. Ha sempre vissuto in famiglia, da due anni risiede alla RSA. Hamed, 75 anni, originario della Libia, di religione musulmana. Ha lavorato per anni alla Camera del Commercio Italo-Araba. A seguito di un incidente stradale, ha subito gravi danni neurologici. Giordana, 27 anni, originaria dell’Etiopia. Affetta da tetraparesi spastica in seguito a paralisi cerebrale infantile ed epilessia, risiede da vent’anni al Centro IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano della Fondazione Don Gnocchi. Scrive poesie e cura con altri disabili del Centro l’emittente web “Radio Don Gnocchi”. Nel 2002, aveva salutato personalmente Papa Giovanni Paolo II nel corso dell’udienza concessa alla Fondazione nel centenario della nascita di don Gnocchi. Walter, 59 anni, affetto da sindrome di down. Appassionato di musica e di teatro, dopo la morte dei genitori è rimasto solo con il fratello. Ora la sua casa è il Centro Multiservizi di Legnano (MI) della Fondazione Don Gnocchi. Su come è nata la decisione del Papa, il presidente della Fondazione Don Gnocchi spiega che "la cosa è stata semplice: ho inviato una lettera al Papa e poi l'ho incontrato, per un paio di minuti, in piazza San Pietro e gli ho rinnovato l'invito. Mi rispose : 'Perché no? Pensiamoci sù. Poi quando ci è arrivata la notizia della sua decisione - racconta - ha suscitato in tutti noi grande ammirazione e una gioiosa e trepidante attesa. Lo consideriamo un gesto di grande apprezzamento per tutto il mondo della disabilità".Giovedì Francesco incontrerà tutti gli operatori dei due centri di Roma, "Santa Maria della pace" e "Santa Maria della Provvidenza", ai quali si aggiungono anche delegazioni di tuttii 27 centri Don Gnocchi dislocati in Italia.Per la messa papa Francesco userà un nuovo pastorale in legno rivestito da una lamina d'argento che gli è stato donato da alcuni artigiani romani che collaborano con il Vaticano. La messa "in coena domini" dell'anno scorso era stata celebrata dal Papa nella cappella dell'Istituto penale per minori di Casal del Marmo a Roma.
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