mercoledì 17 febbraio 2016
Francesco al mondo del lavoro: vi invito a sognare e costruire il Messico che i vostri figli meritano
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Dopo avere incontrato i carcerati e prima della Messa a Ciudad Jarez, Papa Francesco ha incontrato, nel Collegio de Bachilleres dello Stato di Chihuahua, il mondo del lavoro. Francesco ha invitato le diverse organizzazioni dei lavoratori e i rappresentanti delle camere e associazioni imprenditoriali a cooperare. “A prima vista – ha detto – queste associazioni potrebbero essere considerate come antagoniste, ma condividono una stessa responsabilità: cercare di creare opportunità di lavoro dignitoso e veramente utile alla società e soprattutto ai giovani di questa terra”. “Uno dei più grandi flagelli – ha spiegato il Papa - a cui sono esposti i vostri giovani è la mancanza di opportunità di istruzione e lavoro sostenibile e redditizio che permetta loro di fare progetti; e ciò genera in molti casi situazioni di povertà. E quindi questa povertà diventa il terreno favorevole per cadere nella spirale del narcotraffico e della violenza. E’ un lusso che nessuno si può permettere; non può essere lasciato solo e abbandonato il presente e il futuro del Messico”. Ha quindi affrontato il tema della dignità umana di chi lavora. “La mentalità dominante – ha continuato Francesco - propugna la maggior quantità possibile di profitti, a qualunque costo e in modo immediato. Non solo provoca la perdita della dimensione etica delle imprese, ma dimentica che il miglior investimento che si può fare è quello di investire sulla gente, sulle persone, sulle loro famiglie. Il miglior investimento è quello di creare opportunità”. Però “La mentalità dominante pone il flusso di persone al servizio dei flussi di capitale provocando in molti casi lo sfruttamento dei dipendenti come oggetti da usare e gettare (cfr Enc. Laudato si’, 123). Dio chiederà conto agli schiavisti dei nostri giorni, e noi dobbiamo fare tutto il possibile perché queste situazioni non si verifichino più. Il flusso di capitale non può determinare il flusso e la vita delle persone”. Non si tratta di trasformare le aziende in organizzazione di beneficenza, ha spiegato il Papa, ricordando quanti criticano la Dottrina sociale della Chiesa, in quanto “l’unica pretesa che ha la Dottrina sociale della Chiesa è quella di porre attenzione all’integrità delle persone e delle strutture sociali. Ogni volta che, per vari motivi, questa è minacciata, o ridotta a un bene di consumo, la Dottrina Sociale della Chiesa sarà una voce profetica che aiuterà tutti a non perdersi nel mare seducente dell’ambizione. Ogniqualvolta l’integrità di una persona viene violata, l’intera società in qualche modo, comincia a deteriorarsi. E questo non è contro nessuno, ma a vantaggio di tutti. Ogni settore ha l’obbligo di preoccuparsi del bene di tutti; siamo tutti sulla stessa barca”. Poi Francesco ha posto a tutti una domanda cruciale: “Che mondo vogliamo lasciare ai nostri figli?” “E’ sempre bene pensare – ha continuato il Papa - che cosa mi piacerebbe lasciare ai miei figli; ed è anche un buon modo per pensare ai figli degli altri. Che cosa vuole lasciare il Messico ai suoi figli? Vuole lasciare un ricordo di sfruttamento, di salari inadeguati, di molestie sul lavoro? O vuole lasciare la cultura della memoria del lavoro dignitoso, di un tetto decoroso e della terra per lavorare? In che cultura vogliamo vedere la nascita di quelli che ci seguiranno? Che atmosfera respireranno? Un’aria viziata dalla corruzione, dalla violenza, dall’insicurezza e dalla sfiducia o, al contrario, un’aria in grado di generare alternative, generare rinnovamento e cambiamento?” Francesco si è detto ben consapevole delle difficoltà che ci sono nel pensare e costruire un futuro giusto e ha notato: “So che non è facile poter andar d’accordo in un mondo sempre più competitivo, ma è peggio lasciare che il mondo competitivo determini il destino dei popoli. Il guadagno e il capitale non sono beni al di sopra dell’uomo, ma sono al servizio del bene comune. E quando il bene comune è piegato al servizio del profitto e il capitale è l’unico guadagno possibile, questo si chiama esclusione”. Dopo avere ringraziato i presenti per l’opportunità che gli è stata data di stare insieme Francesco ha lanciato un appello affettuoso e forte: “Voglio invitarvi a sognare il Messico, a costruire il Messico che i vostri figli meritano; un Messico dove non ci siano persone di prima, seconda o quarta categoria, ma un Messico che sappia riconoscere nell’altro la dignità di figlio di Dio. Che la Guadalupana, che si è manifestata a Juan Diego, e ha rivelato che quelli apparentemente messi da parte erano i suoi testimoni privilegiati, vi aiuti e vi accompagni in questa costruzione”.
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