giovedì 16 luglio 2015
Per il Bicentenario della nascita lettera al rettor maggiore: rendere grazie a Dio, richiamare gli aspetti essenziali dell’eredità spirituale e pastorale del santo ed esortare a viverli con coraggio.
COMMENTA E CONDIVIDI
In occasione del Bicentenario della nascita di don Bosco, Papa Francesco ha inviato al rettor maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime, una lettera per rendere grazie a Dio per il dono del Santo dei giovani e “richiamare gli aspetti essenziali dell’eredità spirituale e pastorale di Don Bosco ed esortare a viverli con coraggio”. “Don Bosco ci insegna anzitutto a non stare a guardare, ma a porsi in prima linea per offrire ai giovani un’esperienza educativa integrale” che coinvolga tutta la persona umana. E’ quanto scrive Papa Francesco al rettor maggiore dei Salesiani, in occasione del Bicentenario della nascita di Don Bosco. Il Pontefice sottolinea che l’Italia e l’Europa sono molto cambiate in questi ultimi due secoli, ma non è cambiata l’anima dei giovani perché anche oggi “i ragazzi e le ragazze sono aperti alla vita e all’incontro con Dio e con gli altri”. Al tempo stesso, “ce ne sono tanti a rischio di scoraggiamento, di anemia spirituale e di emarginazione”. La pedagogia di Don Bosco, evidenzia il Papa, “è l’amorevolezza” e ribadisce quanto sia necessario che “l’amore dell’educatore si esprima mediante gesti concreti ed efficaci”. Ancora, nella lettera si sottolinea la consegna totale di Don Bosco a Dio “in uno slancio per la salvezza delle anime” in particolare dei giovani, atteggiamenti che “l’hanno portato ad uscire e a operare decisioni coraggiose: la scelta di dedicarsi ai giovani poveri, con l’intento di realizzare un vasto movimento di poveri per i poveri”. I salesiani si impegnino sulle nuove frontiere educative Anche oggi, prosegue Francesco, “la Famiglia salesiana si apre verso nuove frontiere educative e missionarie, percorrendo le vie dei nuovi mezzi di comunicazione sociale e quelle dell'educazione interculturale presso popoli di religioni diverse, o di Paesi in via di sviluppo, o di luoghi segnati dalla migrazione”. D’altro canto, constata il Papa, “le sfide della Torino del secolo XIX hanno assunto dimensione globale: idolatria del denaro, inequità che genera violenza, colonizzazione ideologica e sfide culturali legate ai contesti urbani”. Di qui l’invito ai salesiani a “far rifiorire la creatività carismatica dentro e oltre” le “istituzioni educative”. Don Bosco, scrive, “vi aiuti a non deludere le aspirazioni profonde dei giovani”: “bisogno di vita, apertura, gioia, libertà, futuro; il desiderio di collaborare alla costruzione di un mondo più giusto e fraterno, allo sviluppo per tutti i popoli, alla tutela della natura e degli ambienti di vita”. Francesco invita dunque i salesiani ad accompagnare i giovani “nella ricerca di sintesi tra fede, cultura e vita, nei momenti in cui si prendono decisioni impegnative, quando si cerca di interpretare una realtà complessa”. Dare un’anima alle Reti sociali, impegnare i giovani nel volontariato Il Papa segnala in particolare due compiti: “il primo è quello di educare secondo l'antropologia cristiana al linguaggio dei nuovi mezzi di comunicazione e delle reti sociali, che plasma in profondità i codici culturali dei giovani”; il secondo “è promuovere forme di volontariato sociale, non rassegnandosi alle ideologie che antepongono il mercato e la produzione alla dignità della persona e al valore del lavoro”. Francesco riprende il tema della “emergenza educativa” di Benedetto XVI e di qui invita la Famiglia salesiana a “favorire un’efficace alleanza educativa tra diverse agenzie religiose e laiche per camminare con la diversità dei carismi a favore della gioventù nei diversi continenti” e questo coinvolgendo anche le famiglie perché non può esserci “un’efficace pastorale giovanile senza una valida pastorale familiare”. E sottolinea che gli adulti sono chiamati ad ascoltare i giovani “con pazienza, comprendere le loro inquietudini o le loro richieste, e imparare a parlare con loro nel linguaggio che essi comprendono”. “Le attese della Chiesa riguardo alla cura della gioventù – conclude il messaggio ai salesiani – sono grandi”, assumete dunque “l’eredità del vostro fondatore” per parlare e agire “con i giovani e per i giovani”. (Alessandro Gisotti, Radio Vaticana)
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: