mercoledì 5 giugno 2013
Lo ha detto il Pontefice, ricevendo, prima dell'udienza generale, i partecipanti all'incontro di coordinamento tra gli organismi caritativi cattolici che operano nel contesto della crisi in Siria, promosso da Cor Unum. IL TESTO DEL DISCORSO
Gli insorti perdono Qusayr: «Centinaia di morti»
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Nuovo appello del Papa per «l'amata Siria: avviare un dialogo fruttuoso con lo scopo di mettere fine alla guerra». Il Pontefice, ricevendo, prima dell'udienza generale, i partecipanti all'incontro di coordinamento tra gli organismi caritativi cattolici che operano nel contesto della crisi in Siria, promosso dal Cor Unum, ha fatto nuovamente sentire la sua voce «di fronte al perdurare di violenze e sopraffazioni» per rinnovare «con forza il mio appello alla pace».«Non possiamo tirarci indietro - ha ammonito Bergoglio - proprio nelle situazioni di maggior dolore. La vostra presenza alla riunione di coordinamento manifesta la volontà di continuare con fedeltà la preziosa opera di assistenza umanitaria, nella Siria e nei Paesi vicini che generosamente ospitano chi fugge dalla guerra».
Bergoglio si è rivolto alla Comunità Internazionale per chiedere che «accanto alla ricerca di una soluzione negoziale del conflitto» venga favorito «l'aiuto umanitario per i profughi e i rifugiati siriani, mirando in primo luogo al bene della persona e alla tutela della sua dignità».Per la Santa Sede, dice chiaramente il Papa, "l'opera delle Agenzie di carità cattoliche è estremamentesignificativa: aiutare la popolazione siriana, al di là delle appartenenze etniche o religiose, è il modo pù diretto per offrire un contributo alla pacificazione e alla edificazione di una società aperta a tutte le diverse componenti". Nel suo intervento, Bergoglio ha ricordato anche gli appelli rivolti da Ratzinger che ha "ripetutamente chiesto che tacciano le armi e che si possa trovare una soluzione nel dialogo".Il Papa ricorda: "anche a me personalmente la sorte della popolazione siriana sta particolarmente a cuore". In proposito, Bergoglio ha ricordato che quando guardiamo alla Siria è come se guardassimo a Gesù che soffre: guardiamo Gesù sofferente negli abitanti dell'amata Siria".
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