lunedì 31 agosto 2015
Appello del Papa ricordando la beatificazione del martire Melki: "Chiedo di porre fine alle violenze e ai soprusi”.
Melki beato e il secolo passato invano di Fulvio Scaglione  
CHI È Il beato Melki
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​All’Angelus il Papa ha ricordato la beatificazione, ad Harissa, in Libano, del vescovo siro-cattolico Flaviano Michele Melki, martire, 100 anni fa, durante le persecuzioni avvenute sotto l’Impero Ottomano.  È stato un evento di grande consolazione per i tanti cristiani che oggi sono umiliati e oppressi: è quanto ha detto il patriarca della Chiesa siro-cattolica Ignace Youssif III Younan, che in Libano ha presieduto la beatificazione di monsignor Melki, martirizzato il 29 agosto 1915.
“Nel contesto di una tremenda persecuzione contro i cristiani, egli fu difensore instancabile dei diritti del suo popolo, esortando tutti a rimanere saldi nella fede”.
Mons. Melki fu ucciso in odio alla fede durante “la micidiale persecuzione turca che provocò lo sterminio degli armeni e il massacro delle altre minoranze cristiane”, ha affermato il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, cardinale Angelo Amato, presente al rito. Al vescovo fu proposto di convertirsi all’islam se voleva avere salva la vita. Ma rifiutò e fu barbaramente trucidato e il suo corpo gettato nel fiume Tigri. Papa Francesco sottolinea che le violenze anti-cristiane oggi sono tutt’altro che finite: “Anche oggi, cari fratelli e sorelle, in Medio Oriente e in altre parti del mondo, i cristiani sono perseguitati. La beatificazione di questo Vescovo martire infonda in loro consolazione, coraggio e speranza”.
E conclude con un appello: “Ci sono più martiri di quelli che c’erano nei primi secoli. Ma questo sia anche di stimolo ai legislatori e ai governanti perché ovunque sia assicurata la libertà religiosa; e alla comunità internazionale chiedo di fare qualcosa perché si ponga fine alle violenze e ai soprusi”.
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