martedì 12 novembre 2013
Si è già messa in moto la rete dei soccorsi. Sottoscrizioni popolari promosse da molte diocesi, mentre la Comunità di Sant’Egidio sta organizzando spedizioni di container con vestiti e cibo. La Fondazione dei migranti propone di detassare le rimesse dei numerosi connazionali che lavorano nel nostro Paese.
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Domenica l’appello all’Angelus. Quindi il pronto stanziamento di 150mila dollari attraverso il Pontificio Consiglio "Cor unum". E ieri un tweet: «Ricordiamo le Filippine, il Vietnam e l’intera regione colpita dal tifone Haiyan. Siate generosi nella preghiera e con l’aiuto concreto». Papa Francesco è spiritualmente e concretamente al fianco delle popolazioni messe in ginocchio dalla terribile tempesta. E le sue ripetute esortazioni («preghiamo per questi nostri fratelli e sorelle e cerchiamo di far giungere ad essi anche il nostro aiuto concreto», aveva detto all’Angelus) sono state prontamente raccolte.

Ieri la presidenza della Cei ha disposto uno stanziamento di tre milioni di euro dai fondi derivanti dall’otto per mille, da destinarsi alla prima emergenza. Una cifra pari a quella stanziata dalla Commissione europea, che ha anche attivato il meccanismo di protezione civile dell’Unione secondo quanto annunciato dalla commissaria Kristalina Georgieva. Aiuti di prima emergenza anche dal governo italiano. «Un milione e mezzo di euro tra beni materiali e fondi alle agenzie che si stanno occupando dell’emergenza», ha detto il vice ministro degli Esteri, Lapo Pistelli.

Naturalmente all’appello di Papa Francesco hanno risposto anche molti organismi ecclesiali e della società civile. La Caritas italiana ha stanziato 100mila euro, la Caritas della diocesi di Roma 30mila e ha aperto una sottoscrizione. Inoltre, attraverso un comunicato della Fondazione Migrantes, le comunità cattoliche filippine in Italia hanno espresso dolore e preoccupazione per quanto avvenuto in Patria. Sono oltre 150.000 i filippini che vivono e lavorano in Italia, la maggioranza dei quali cattolici (pastoralmente e spiritualmente sono seguiti da 120 sacerdoti). A Roma sono 34mila, a Milano 35mila. Sempre da Migrantes è giunta la proposta di detassare le rimesse che i filippini "italiani" mandano in patria.

Una raccolta fondi è stata promossa anche dalla Comunità di Sant’Egidio, che in collaborazione con l’ambasciata filippina presso la Santa Sede, sta organizzando la «partenza di un container di aiuti forniti dalla città eco-solidale di Roma: capi di abbigliamento, cibo in scatola, ausili medici per anziani e altro materiale sanitario». Gli aiuti, fa sapere un comunicato, «raggiungeranno direttamente la zona di Cebu, la più colpita e saranno distribuiti dalla Comunità di Sant’Egidio filippina, che in questi giorni sta provvedendo ai primi aiuti e all’accoglienza temporanea delle vittime del tifone».

Aiuti in denaro possono essere inviati anche tramite la Croce Rossa e altre organizzazioni umanitarie. L’Unicef ha calcolato che fino a 4 milioni di bambini potrebbero essere stati colpiti dal disastro: per questo l’agenzia dell’Onu che si occupa dell’infanzia sta accelerando l’invio di aiuti d’emergenza e ha approntato una raccolta fondi. Anche Medici Senza Frontiere è in prima linea nell’emergenza: già arrivata a Cebu una prima équipe, mentre 200 tonnellate di materiali medico-logistici giungeranno nei prossimi giorni. Infine l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha inviato nelle zone colpite 4 kit di emergenza con medicine e attrezzature per coprire i bisogni sanitari di 120mila persone per un mese e scorte per eseguire 400 interventi chirurgici. Tra i farmaci ci sono anche i kit per trattare tremila casi acuti di diarrea, mentre vengono allestiti numerosi ospedali da campo.

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