lunedì 1 luglio 2013
Papa Francesco arriverà attorno alle 9.30 al porto dell’isola, dopo il volo da Roma, con un corteo di barche. Poi in mare aperto lascerà una corona di fiori in memoria di chi ha perso la vita. A Punta Favarolo l’incontro con un gruppo di migranti. Infine la Messa. (di Claudio Monici)
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Nel suo cuore batteva la certezza, ci credeva fermamente che un giorno anche lui, il Pontefice in persona, sarebbe approdato su questa lontana isola estremo lembo d’Italia e d’Europa, conosciuta per essersi fatta samaritana dell’umanità sofferente, migrante da accogliere e rifocillare. Ma quando sarebbe accaduto? Ancora adesso che la notizia è stata confermata ufficialmente dalla Santa Sede, al telefono da Lampedusa, il parroco don Stefano Nastasi, stenta a capacitarsi: «Una sorpresa grande. Per certi versi siamo ancora increduli. Era un desiderio di tutti, ci sembrava un sogno molto lontano, invece questo sogno si è avverato prestissimo. E pensare che siamo la prima comunità che visita fuori dalla diocesi di Roma, da parte sua significa anche un impegno particolare e per noi un significato particolare. Io penso che per un giorno Lampedusa, che per me è il cuore del Mediterraneo, diventerà il cuore del mondo e parlerà al mondo attraverso la voce di papa Francesco». È il portavoce vaticano padre Federico Lombardi a dare conferma della visita a Lampedusa che il Papa compirà lunedì prossimo 8 luglio, per pregare per le vittime dell’immigrazione e per incontrare la popolazione locale: «Una visita sobria e discreta», ha spiegato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, che il Papa «toccato dal recente naufragio di una imbarcazione» di immigrati, compirà «con un seguito molto ridotto» e «senza la presenza di autorità». Il programma prevede che Francesco parta in aereo alle 8 dall’aeroporto romano di Ciampino. Alle 9.15 atterrerà a Lampedusa, dove sarà accolto dal sindaco, Giusi Nicolini, e dall’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro. Papa Bergoglio raggiungerà poi Cala Pisana, dove con un’imbarcazione approderà via mare al porto di Lampedusa. Sicuramente un corteo di imbarcazioni di pescatori, ma anche di turisti che sono ospitati sull’isola per le vacanze estive, accompagneranno il Papa con le loro barche dove in un punto ancora da stabilire a largo, il Pontefice lascerà una corona di fiori a ricordo di quanti migranti hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere un mondo nuovo, una vita nuova. Francesco sosterà in un luogo importante dell’isola, a punta Favarolo, quell’area di porto adibita allo sbarco dei migranti raccolti in mare aperto dalle unità di soccorso della Guardia Costiera. Proprio qui a incontrare il Pontefice ci sarà un gruppo di immigrati. Dopo questo momento, presso il campo sportivo il Papa celebrerà la Messa con la popolazione dell’isola per poi raggiungere la parrocchia di San Gerlando, per un’ultima sosta, prima del ritorno in Vaticano, previsto per le 13.«Francesco vuole che la sua sia una visita discreta. Qualcosa di molto intimo e diretto con la nostra gente, e penso proprio che sia la cosa più gradita per la nostra comunità», dice il parroco don Nastasi che nel marzo scorso proprio al Papa appena eletto aveva scritto una lettera, ospitata sul sito della Fondazione Migrantes. Missiva che evidenziava come questo Mediterraneo sia diventato «purtroppo per molti, troppi, una tomba». E si concludeva con queste parole: «Santità il cuore del Mediterraneo la attende».«Quella lettera forse è stata una goccia. Ma di sicuro sono molte di più le gocce messe assieme che hanno determinato questo avvenimento - osserva il parroco -. In quella lettera scrivevo delle lacrime di commozione del Papa per la sua elezione facendole fondere con le lacrime di sofferenza del mondo degli uomini e delle donne che si trascinano negli angoli della terra, alludendo alle lacrime di sua Santità in quanto figlio di migranti in una terra lontana che ritorna nella culla delle sue origini».Lampedusa periferia del mondo: «Quando sento che Papa Francesco parla di periferie del mondo e  di periferie esistenziali, ecco che, dentro alle sue parole ci vedo dimensioni che noi a Lampedusa viviamo e tocchiamo con mano quotidianamente –conclude don Stefano Nastasi –. Realtà che incontriamo nella vita di questa gente migrante, e in quella della nostra gente. E proprio in queste parole credo vada letto il significato di questa bella visita. Lampedusa ha detto e raccontato tanto in questi anni di approdi e sofferenze che hanno unito migranti e locali. Ora è il momento in cui dobbiamo metterci in ascolto di quello che papa Francesco ci viene a dire».
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