mercoledì 13 agosto 2014
Il Papa scrive a Ban Ki-Moon (IL TESTO) «con il cuore angosciato»: metto davanti a lei «le lacrime di disperazione dei cristiani e di altre minoranze religiose dell'amata terra dell'Iraq». L'esortazione a compiere «azioni concrete».
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"È con il cuore carico e angosciato che ho seguito i drammatici eventi di questi ultimi giorni nel nord Iraq". Lo scrive papa Francesco in una Lettera indirizzata al segretario dell'Onu Ban Ki-moon. La missiva, datata 9 agosto (TESTO), è stata resa nota oggi e si inserisce nel quadro delle iniziative che il Pontefice ha preso per sollecitare la comunità internazionale, e tutti gli uomini e le donne di buona volontà, a cercare di fermare la persecuzione dei cristiani iracheni da parte degli jihadisti dell'autoproclamato Califfato islamico.Di fronte alla "sofferenza intollerabile di coloro che desiderano solo vivere in pace, armonia e libertà nella terra dei loro antenati", il Papa, "commosso", ha chiesto al cardinale Fernando filoni, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e già nunzio in Iraq, di manifestare la sua "vicinanza spirituale" e di esprimere la sua "preoccupazione". Proprio ieri è partita la missione di Filoni (LEGGI L'INTERVISTA AD AVVENIRE), rappresentante personale del Santo Padre."Con lo stesso spirito", scrive Francesco a Ki-moon, "metto davanti a lei le lacrime, le sofferenze e le grida accorate di disperazione dei cristiani e di altre minoranze religiose dell'amata terra dell'Iraq". "Nel rinnovare il mio appello urgente alla comunità internazionale ad intervenire per porre fine alla tragedia umanitaria in corso", ribadisce il Pontefice, "incoraggio tutti gli organi competenti delle Nazioni Unite" a "continuare i loro sforzi in conformità con il Preambolo e gli Articoli pertinenti della Carta delle Nazioni Unite.Al tempo stesso le violenze dilanti nel nord dell'Iraq "non possono non risvegliare le coscienze di tutti gli uomini e le donne di buona volontà ad azioni concrete di solidarietà, per proteggere quanti sono colpite o minacciati dalla violenza".Il Papa conclude dicendosi "fiducioso che il mio appello, che unisco a quelli dei patriarchi orientali e degli altri leader religiosi, incontrerà una risposta positiva".Proprio ieri, martedì, il Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso aveva emesso una dichiarazione in cui sollecitava i tutti religiosi, in particolare musulmani, a condannare espressamente le persecuzioni contro le minoranze in Iraq e ad agire presso i governi di riferimento.<

 

Nei giorni scorsi lo stesso Pontefice aveva dedicato all'emergenza irachena diversi tweet, nei quali esortava alla preghiera e alla solidarietà. Domenica all'Angelus il suo pensiero era andato nuovamente all'Iraq. E la settimana scorsa, tramite una nota letta dal direttore della Sala stampa vaticana, aveva espresso la sua preoccupazione ed esortato la comunità internazionale a muoversi. Ma già all'Angelus del 20 luglio il Papa aveva lanciato l'allarme, e l'invito alla preghiera, per i cristiani e le altre minoranze religiose vittime di persecuzioni nel nord dell'Iraq.Giovedì 15 agosto, festività dell'Assunta, in tutte le chiese italiane si terrà una Giornata di preghiera per i cristiani perseguitati.

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