martedì 30 settembre 2014
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"Un cambiamento di mentalità per sconfiggere la globalizzazione dell'indifferenza". A chiederlo è monsignor Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso la sede Onu di Ginevra, intervenendo alla sessione di lavoro dell'Unhcr, l'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati, dedicata in particolare alla situazione in Africa. L'arcivescovo, nel discorso ripreso da Radio Vaticana, sottolinea che "troppe vittime hanno trasformato le acque del Mediterraneo in un cimitero silenzioso" e condanna "quanti con crudeltà trafficano le persone umane come fossero un cargo-merci. Del resto, politiche di frontiera eccessivamente restrittive hanno spinto migliaia di richiedenti asilo a intraprendere un viaggio, spesso fatale per le loro vite, lasciando la loro terra, perché fuggono da condizioni di pericolo e oppressione e cercano una vita decente". Il diplomatico del Vaticano, non ha mancato di mettere l’accento sull’ospitalità che in alcuni Paesi africani ha salvato la vita di tante persone durante le crisi che hanno “tormentato” il continente africano negli ultimi decenni. E tuttavia, ha chiesto un rinnovato impegno per prevenire i conflitti e le altre cause che portano allo sradicamento di tanta gente in Africa. Gli strumenti giuridici prodotti per proteggere le popolazioni sfollate, ha soggiunto, offrono “strumenti efficaci” affinché chi è stato sradicato dalla propria terra possa ricevere “un’adeguata protezione”. La determinazione politica a “prevenire conflitti attraverso il dialogo” e la “solidarietà”, ha concluso, riducono “il gap tra le nazioni sviluppate e quelle in via di sviluppo”, aprendo così “un sentiero verso un futuro pacifico”.
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