martedì 4 ottobre 2016
​Annunciato a Padova il successore di padre Poiana. Scelto da papa Francesco all'interno di una terna presentata dal ministro generale. (Sara Melchiori)
Sant'Antonio, Svanera rettore dalla Basilica
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Era quasi l’una e mezzo quando le campane della basilica del Santo hanno suonato a festa. Un avviso alla città di Padova: la basilica di Sant’Antonio ha il nuovo rettore, scelto da papa Francesco all’interno di una terna presentata dal ministro generale padre Marco Tasca. È padre Oliviero Svanera, che subentra a padre Enzo Poiana, mancato improvvisamente lo scorso 16 agosto, durante un periodo di riposo estivo sulle spiagge di Bibione. La nomina del rettore non poteva trovare coincidenza più felice: il giorno di san Francesco. I primi a essere informati dal delegato pontificio monsignor Giovanni Tonucci, sono stati i frati, quindi nel pomeriggio, durante la celebrazione solenne per la festa francescana, i fedeli.

Chi il nuovo rettore della Basilica del Santo

Padre Oliviero SvaneraPadre Oliviero, classe 1959, originario di Lumezzane (BS) attualmente è vicario provinciale della Provincia italiana di Sant’Antonio di Padova dei Frati minori conventuali, incarico che manterrà fino al capitolo del 2017. Nel 1984 emette la professione solenne, due anni dopo è ordinato presbitero a Brescia; dopo il dottorato in teologia morale all’Alfonsiana di Roma rientra a Padova e inizia l’insegnamento accademico. Numerosi anche gli incarichi ricoperti nei seminari francescani di Padova e Camposampiero, all’Istituto teologico Sant’Antonio dottore; è stato anche superiore del Convento dei Santuari Antoniani di Camposampiero; ha promosso il Movimento francescano delle fraternità familiari. Ora è rettore della Basilica pontificia: un giro di centinaia di migliaia di fedeli l’anno. I primi sentimenti? «Emozione, paura, trepidazione, senso di responsabilità…. Ma c’è sant’Antonio e c’è lo Spirito Santo che guida» confida. Padre Svanera, che già conosce molto della situazione complessiva della Basilica, qualche linea di indirizzo l’ha chiara: «per prima cosa ascoltare i frati» e valorizzare le loro risorse, e poi non mancherà «una mia personale attenzione alla famiglia», anche con il sogno di «creare un centro di ascolto» dedicato, come l’Oasi avviata a Camposampiero.

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