sabato 14 febbraio 2015
Un saluto affettuoso tra Papa Francesco e il Papa emerito Benedetto XVI nella Basilica di San Pietro ha suggellato la celebrazione per la creazione dei nuovi venti cardinali. Le parole del Pontefice. Il libretto della celebrazione
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Un saluto affettuoso tra Papa Francesco e il Papa emerito Benedetto XVI nella Basilica di San Pietro ha suggellato l'inizio della celebrazione per la creazione dei nuovi venti cardinali (15 elettori, 5 non elettori, assente solo il 96enne Jesus de Pimineto Rodriguez, rimasto in Colombia). Papa Francesco, entrando in Basilica, ha salutato il predecessore con una affettuosa stretta di mano.L'omelia del Papa (IL TESTO)"Quella cardinalizia è certamente una dignità, - ha spiegato il Papa nella omelia della Messa - ma non è onorifica. Lo dice già il nome, "cardinale", che evoca il "cardine"; dunque non qualcosa di accessorio, di decorativo, che faccia pensare a una onorificenza, ma un perno, un punto di appoggio e di movimento essenziale per la vita della comunità".  Voi siete "cardini" e siete "incardinati nella Chiesa di Roma, che 'presiede alla comunione universale della carità'".

La riflessione è proseguita sulle parole-guida dell'"Inno alla carità" della Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi. "Quanto più si allarga la responsabilità nel servizio alla Chiesa, tanto più deve allargarsi il cuore, dilatarsi secondo la misura del cuore di Cristo", ha continuato il Papa, che ai nuovi cardinali ha chiesto magnanimità, cioè "saper amare senza confini, ma nello stesso tempo fedeli alle situazioni particolari e con gesti concreti. Amare ciò che è grande senza trascurare ciò che è piccolo; amare le piccole cose nell'orizzonte delle grandi". Magnanimità e benevolenza, cioè "l'intenzione ferma e costante di volere il bene sempre e per tutti, anche per quelli che non ci vogliono bene".Ancora: nei neocardinali il popolo di Dio "possa trovare la ferma denuncia dell'ingiusiaiz e il servizio gioioso della verità".Poi il Santo Padre chiede ai neocardinali di essere "persone capaci di perdonare sempre; di dare sempre fiducia", "di infondere sempre speranza", "di sopportare con pazienza ogni situazione e ogni fratello e sorella".  La conclusione: "Ecco come dobbiamo essere: incardinati nella Chiesa che è in Roma e docili allo Spirito Santo".

Il saluto di Mamberti"Siamo invitati ad uscire da noi stessi, dalle nostre abitudini e comodità", per svolgere "un nuovo servizio, che è a un tempo di aiuto, di sostegno e di speciale vicinanza alla persona del Papa e per il bene della Chiesa". A questo sono chiamati i nuovi cardinali, ha affermato a nome dei 19 neo porporati il prefetto del Tribunale della Segnatura Apostolica Dominique Mamberti. "La porpora  ci ricorda anzitutto che il Signore ci chiede di condividere il Suo amore per tutti gli uomini: un amore che, nell'obbedienza al Padre, è offerta di sè 'usque ad mortem, mortem autem crucis'". "Se c'è, dunque, un onore di cui siamo insigniti - ha detto Maberti - è quello di essere sollecitati a una più intima unione con Gesù, a una partecipazione più viva e profonda alla Sua oblazione, a essere con Lui sulla Croce, che è salvezza, vita e resurrezione nostra, attraverso la quale siamo salvati e liberati". Il giuramento dei neocardinaliIl Papa ha letto la formula di creazione dei cardinali, elencando i nomi e annunciando l'Ordine presbiteriale o Diaconale al quale vengono assegnati; ciascun cardinale ha recitato la professione di fede e il giuramento, ricevendo lo zucchetto, la berretta cardinalizia e l'anello. "Ricevi l'anello dalla mano di Pietro e sappi che con l'amore del Principe degli Apostoli si rafforzi il tuo amore verso la Chiesa".

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