sabato 16 luglio 2016
​L'annuncio durante la presentazione della la Lettera pastorale alla diocesi di Napoli, "Vestire gli ignudi". A Febbraio un incontro della Chiese del Sud dedicato al lavoro.
Il cardinale Sepe: case della curia ai poveri
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La Curia di Napoli donerà gli alloggi di sua proprietà agli occupanti indigenti. Lo annuncia l'arcivescovo, il cardinale Crescenzio Sepe, alla presentazione della Lettera pastorale "Vestire gli ignudi", che detta le linee di lavoro per il prossimo anno in diocesi. La Curia, ha spiegato, sta procedendo alla ricognizione del patrimonio immobiliare. Le case verranno date a quanti le occupano da tempo e che si trovano in difficoltà economiche. La cessione, ovviamente riguarderà solo le case della diocesi. Ci sono anche alloggi che appartengono a ordini religiosi. Inoltre il cardinale Sepe intende coinvolgere l'intero episcopato dell'Italia Meridionale per trattare i temi del lavoro e della disoccupazione. L'iniziativa, anch'ssa annunciata nel corso della presentazione della Lettera pastorale, intende richiamare l'attenzione di tutte le diocesi del Sud e sollecitare "un più ampio confronto - spiega - per trovare percorsi virtuosi per fare fronte concretamente a un'emergenza che mina ogni tentativo di riscatto sociale". L'incontro è programmato per il prossimo febbraio. La Lettera pastorale, "Vestire gli ignudi. Avvolgerli di tenerezza e dignità" rappresenta un'altra tappa dell'azione pastorale della diocesi che, a partire dal "Giubileo per la Città" del 2011, "ha come orizzonte del proprio cammino la città di Napoli nella sua voglia di riscatto, nelle sue persistenti difficoltà, nel suo bisogno di vedere crescere la partecipazione di tutti i cittadini alla crescita comune", si legge nella lettera. Gli obiettivi indicati come prioritari per il prossimo anno pastorale: educazione alla sobrietà e alla condivisione, rivestire i poveri della loro dignità, cittadinanza responsabile e attenzione al lavoro, oggi una delle più tragiche nudità. "La disoccupazione è una vera calamità sociale - dice il presule - che mina la sicurezza delle famiglie e compromette il futuro dei giovani, molti dei quali si chiudono in un atteggiamento di disperata rassegnazione".
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