lunedì 17 marzo 2014
Arrestato da Mao, poi 30 anni di prigionia. Tra carcere, lavori e domiciliari, 30 anni fedele ai Papi
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È morto il vescovo di Shanghai Joseph Fan Zhongliang, presidente della conferenza episcopale cattolica clandestina di Cina, vicina al Vaticano. Il presule è deceduto, secondo informazioni di gruppi cattolici, domenica scorsa all'età di 96 anni. Poco dopo la sua morte, secondo il racconto di alcuni testimoni oculari, funzionari governativi gli avrebbero rimosso la berretta in segno del non riconoscimento del suo status episcopale, permettendo però due giorni di lutto alle persone andate a onorare la salma del vescovo gesuita. Fan era nato nel 1919 e battezzato a 14 anni, entrando nei gesuiti nel 1938 e ordinato prete nel 1951. Quattro anni dopo, insieme al vescovo di allora Ignatius Kung (Gong Pin-mei, che divenne poi cardinale) e a diversi preti, fu arrestato e condannato a 20 di carcere nella provincia del Qinghai, durante i quali il suo lavoro era quello di portare e seppellire defunti al cimitero. Nel 1985, dopo essere ritornato a Shanghai, su ordinato vescovo ausiliare della capitale economica cinese e successe nel 2000 al cardinale Kung alla morte di questi. A Shanghai è ancora agli arresti domiciliari, ufficialmente "in ritiro", il vescovo ausiliare Thaddeus Ma Daqin, nell'omelia della sua ordinazione vescovile, si dichiarò vicino al Papa e fuori dalla chiesa patriottica gestita dal governo cinese. Ma Daqinsi trova nel seminario di Sheshan, poco fuori Shanghai e da luglio del 2012 non esce in pubblico, le autorità hanno sospeso il suo ministero per due anni.
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