venerdì 22 aprile 2016
Vescovo "non ufficiale" è sempre rimasto fedele al Papa e per questo ha subito persecuzioni continue per lunghi anni. Aveva 96 anni.
Cina: morto il vescovo Zeng, 30 anni in carcere
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Sabato 2 aprile 2016 è deceduto, all’età di quasi 96 anni, monsignor Tommaso Zeng Jingmu, vescovo emerito e non ufficiale della diocesi di Yujiang, nella provincia di Jiangxi, in Cina. La notizia è giunta solo oggi tramite l'Agenzia Fides. Monsignor Zeng è sempre rimasto fedele al Papa e per questo ha subito persecuzioni continue per lunghi anni. È stato in carcere, a più riprese, ben 30 anni a causa delle sua fedeltà a Cristo e alla Chiesa di Roma. I funerali sono stati celebrati il 6 aprile, presso la casa natale, dal nipote del Presule, il sacerdote Zeng Zhongliang, della diocesi di Yujiang, insieme con una ventina di sacerdoti concelebranti. Il vescovo non ufficiale della Diocesi, monsignor Giovanni Peng Weizhao, vive da qualche tempo in libertà limitata. Zeng aveva chiesto, nel testamento, di celebrare il suo funerale nel luogo nativo, in forma semplice, senza parlare dei suoi meriti. Vi hanno partecipato migliaia di fedeli provenienti dalla Diocesi e da altre parti della Cina, testimoniando così la stima e la riconoscenza per il servizio da lui reso alla Chiesa e alla comunità diocesana per più di 25 anni. Come ricorda l'agenzia Fides, il defunto vescovo era nato il 23 luglio 1919 (qualche fonte riporta una data diversa) nel villaggio di Zengjiacun, distretto di Chongren, nella provincia di Jiangxi. Nel 1930 era entrato nel Seminario di Wenshan, della diocesi di Yujiang. Nel 1944 aveva proseguito gli studi nel Seminario maggiore di Fuzhou, nel Fujian, e nel 1948 fu trasferito a Wensheng nel Seminario del Zhejiang. Ordinato sacerdote il 25 marzo 1949 da monsignor William Charles Quinn, C.M., è stato viceparroco e parroco in diverse comunità. Il 13 gennaio 1990 ha ricevuto la consacrazione episcopale per le mani di monsignor Giacomo Xie Shiguang, vescovo di Funing. Monsignor Zeng è stato uno strenuo difensore della dottrina cattolica e un coraggioso testimone della fedeltà alla Chiesa, a costo di grandi sacrifici: fu arrestato numerose volte e trascorse circa trent’anni della sua vita in detenzione. Il suo amore a Cristo, alla Chiesa e al Santo Padre è stato di grande esempio per molti. Nel suo testamento spirituale egli ha chiesto perdono per tutte le proprie mancanze e ha ringraziato i sacerdoti della Diocesi per la loro dedizione e il loro servizio. Fra l’altro, sperava di costruire nel suo paese natale una chiesa dedicata al Cuore Immacolato di Maria, in ringraziamento per la protezione e per le grazie ottenute.
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