giovedì 22 ottobre 2015
​Il Messaggio della Cei per la Giornata per la vita. «Misericordia è il nuovo nome della pace: essa farà fiorire la vita». «La crisi demografica colpa anche della carenza di politiche per la famiglia». IL TESTO
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​"Ogni vita non accolta impoverisce il nostro tessuto sociale". Questa osservazione fa da cornice al Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente per la 38a Giornata nazionale per la vita (si celebra il 7 febbraio 2016) diffuso oggi con il titolo "La misericordia fa fiorire il mondo". Ed è proprio la misericordia, cui è dedicato l'Anno Santo che si aprirà per volere del Papa l'8 dicembre, che sollecita "a un profondo cambiamento": abbandoniamo stili di vita sterili, coltiviamo la misericordia che "allarga il cuore e trasforma il vita in dono: si realizza così il sogno di Gesù". La crescita in umanità parte dall'amore materno e paterno. La famiglia, costituita da un uomo e una donna con un legame stabile, è vitale se continua a far nascere e generare. Ogni figlio è un dono per i suoi genitori e per la società e ogni figlio non accolto ci impoverisce. L'Italia vive una profonda crisi demografica, "che in buona parte scaturisce da una carenza di autentiche politiche familiari. mentre "si continuano a investire notevoli energie a favore di piccoli gruppi di persone, non sembra che ci sia lo stesso impegno per milioni di famiglie che, a volte sopravvivendo alla precarietà lavorativa, continuano ad offrire una straordinaria cura dei piccoli e degli anziani". Quella cura che - scrivono i vescovi - "offre un orizzonte di senso alla vita e fa crescere una società pienamente umana".Ed  questo il passaggio forse più originale del messaggio: il sogno di Dio è fare del mondo una famiglia. Un sogno che diventa metodo quando nella famiglia si impara a custodire la vita dal concepimento alla fine naturale e quando "la fraternità si irradia dalla famiglia al condominio, ai luoghi di lavoro, alla scuola, agli ospedali, ai centri di accoglienza, alle istituzioni civili".  "Chiunque si pone al servizio della persona umana realizza il sogno di Dio. Contagiare di misericordia significa aiutare la nostra società a guarire da tutti gli attentati alla vita". La lista è lunga: l'aborto, le morti sui barconi dei migranti e sul lavoro, lo sfruttamento dei bambini, la denutrizione, il terrorismo, la guerra, la violenza, l'eutanasia, come ebbe a elencare il Papa nell'Udienza generale del 18 febbraio scorso. Contagiare di misericordia significa affermare – con papa Francesco – che è "la misericordia il nuovo nome della pace. La misericordia farà fiorire la vita: quella dei migranti respinti sui barconi o ai confini dell'Europa, la vita dei bimbi costretti a fare i soldati, la vita delle persone anziane escluse dal focolare domestico e abbandonate negli ospizi, la vita di chi viene sfruttato da padroni senza scrupoli, la vita di chi non vede riconosciuto il suo diritto a nascere. Contagiare di misericordia significa osare un cambiamento interiore, che si manifesta contro corrente attraverso opere di misericordia. Opere di chi esce da se stesso, annuncia l’esistenza ricca in umanità, abita fiducioso i legami sociali, educa alla vita buona del Vangelo e trasfigura il mondo con il sogno di Dio". Non è un caso che si tratta dei cinque verbi che fanno da traccia al prossimo Convegno ecclesiale di Firenze.
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