giovedì 28 marzo 2013
L'appello lanciato da papa Francesco ai sacerdoti riuniti nella Basilica di San Pietro per la Messa Crismale che si è svolta questa mattina a Roma. «L'unzione non è per profumare noi stessi e tanto meno perché la conserviamo in un'ampolla, perché l'olio diventerebbe rancido e il cuore amaro»​
IL TESTO DELL'OMELIA
Testimoni della fede contro ogni totalitarismo
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«Questo vi chiedo: di essere pastori con “l'odore delle pecore”, pastori in mezzo al proprio gregge, e pescatori di uomini». Con queste parole Papa Francesco si è rivolto al clero di Roma nella sua prima messa crismale che, in ogni diocesi, è l'incontro liturgico del vescovo con i suoi sacerdoti. «L'unzione - ha detto il Pontefice - non è per profumare noi stessi e tanto meno perchè la conserviamo in un'ampolla, perchè l'olio diventerebbe rancido e il cuore amaro».«Con gioia celebro la prima Messa Crismale come Vescovo di Roma - ha esordito Papa Francesco durante la sua omelia -. Vi saluto tutti con affetto, in particolare voi, cari sacerdoti, che oggi, come me, ricordate il giorno dell'Ordinazione». Papa Francesco, che è prete dal 1969 e dunque festeggia 44 anni di sacerdozio.«Cari fedeli - ha chiesto poi ai laici presenti alla liturgia di questa mattina -  siate vicini ai vostri sacerdoti con l'affetto e con la preghiera perchè siano sempre Pastori secondo il cuore di Dio. Cari sacerdoti, Dio Padre rinnovi in noi lo Spirito di Santità con cui siamo stati unti, lo rinnovi nel nostro cuore in modo tale che l'unzione giunga a tutti, anche alle periferie, là dove il nostro popolo fedele più lo attende ed apprezza»

«Il buon sacerdote - ha spiegato il nuovo Pontefice - si riconosce da come viene unto il suo popolo». Infatti, «quando la nostra gente viene unta con olio di gioia lo si nota: per esempio, quando esce dalla Messa conil volto di chi ha ricevuto una buona notizia. La nostra gente gradisce il Vangelo predicato con l'unzione, gradisce quando il Vangelo che predichiamo giunge alla sua vita quotidiana, quando scende come l'olio di Aronne fino ai bordi della realtà, quando illumina le situazioni limite, “le periferie” dove il popolo fedele è più esposto all'invasione di quanti vogliono saccheggiare la sua fede». «La gente ci ringrazia perchè sente che abbiamo pregato con le realtà della sua vita di ogni giorno, le sue pene e le sue gioie, le sue angustie e le sue speranze. E quando sente che il profumo dell'Unto, di Cristo, giunge attraverso di noi, è incoraggiata ad affidarci tutto quello che desidera arrivi al Signore: “Preghi per me, padre, perchè ho questo problema”, “Mi benedica”, “Preghi per me”, sono il segno che l'unzione è arrivata all'orlo del mantello, perchè viene trasformata in supplica».Papa Francesco celebra con circa 1600 tra cardinali, vescovi e preti, diocesani e religiosi, presenti oggi a Roma. Oggi pomegiggio, con la Messa In coena Domini che ricorda l'ultima cena di Gesù con i discepoli, hainizio il triduo pasquale, culmine dell'anno liturgico della Chiesa. Per la Messa In coena Domini, durante la quale c'è il rito della lavanda dei piedi, papa Francesco si recherà nel carcere minorile di Casal Del Marmo.

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