martedì 22 maggio 2012
Mons. Mariano Crociata ha illustrato ai giornalisti il documento predisposto su indicazione della Congregazione per la Dottrina della Fede. Massima collaborazione con la magistratura da parte dei vescovi. In 10 anni 137 sacerdoti inquisiti in Italia.
Il documento integrale
Abusi, una scelta netta di Salvatore Mazza
COMMENTA E CONDIVIDI
Tra vescovi e giudici "la collaborazione sta nelle cose, nell'azione ordinaria". Lo ha affermato il segretario della Cei, monsignor Mariano Crociata presentando ai giornalisti le "Linee guida" predisposte anche in Italia su indicazione della Congregazione per la Dottrina della Fede e approvate dai vescovi."I vescovi hanno sviluppato - ha detto Crociata rispondendo ai giornalisti - una cooperazione davvero ordinaria con i magistrati italiani. Auspico che si sviluppi a tutti i livelli nelle nostre collettività, perché casi di abuso sui minori purtroppo sono numerosi in tanti ambienti".Le Linee guida ricordano che "le procedure di base della Congregazione per la Dottrina della Fede riguardo alle accuse di abusi sessuali" stabiliscono che "va sempre dato seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte, senza pregiudicare il foro interno sacramentale", anche se, precisa il testo pubblicato oggi,  ciò deve essere inteso "in linea con quanto previsto dal diritto italiano", per il quale "il vescovo, non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, non ha l'obbligo giuridico di denunciare all'autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto in merito ai fatti illeciti".Nell'ambito della formazione, ha spiegato ancora il segretario della Cei, "le Linee guida pubblicate oggi esprimono l'attenzione dei vescovi italiani a cogliere tutti gli aspetti delle dinamiche evolutive" nel percorso verso il sacerdozio, per "cogliere ogni segno". In proposito, ha ricordato sempre Crociata, "la Congregazione dell'Educazione Cattolica non da ora ha emanato direttive volte a coinvolgere esperti e tecniche scientifiche a questo scopo, nelle equipe dei seminari".Rispondendo a una domanda specifica, monsignor Crociata ha poi escluso che "il reinserimento" dei sacerdoti colpevoli possa costituire un pericolo per i minori. "Il reinserimento - ha affermato - non è mai ritorno alla pastorale ordinaria, un prete che ha avuto questi problemi non torna ad avere la possibilità di contatti con i minori, assolutamente no".135 SACERDOTI INQUISITI IN ITALIA DAL 2000 AL 2011Sono 135 i sacerdoti inquisiti dalla Chiesa in Italia per abusi sessuali "non solo verificatisi, ma emersi". Lo ha precisato il segretario della Cei. La cifra - ovviamente - è relativa al numero di sacerdoti accusati, non al numero di abusi compiuti, trattandosi spesso di reati reiterati dallo stesso soggetto numerose volte per molti anni.I 135 sacerdoti sono quelli segnalati tra il 2000 e il 2011 alla Congregazione per la Dottrina della Fede, il dicastero responsabile sui "delicta graviora", che ha tempi di prescrizione più che doppi rispetto alla Giustizia italiana. Per questo sono stati solo 77 i sacerdoti giudicati dai tribunali penali della Repubblica per questi orrendi crimini.Sul complessivo numero di 135, la Congregazione della Santa Sede è giunta già a 53 condanne e 4 assoluzioni, mentre i restanti 78 casi sono in istruttoria. Sulle 77 denunce giunte alla giustizia italiana, 22 preti sono stati condannati in primo grado, 17 in secondo grado, 21 hanno patteggiato, 5 sono stati assolti, 12 archiviati.Le Linee guida stabiliscono che "il procedimento canonico per gli illeciti in oggetto è autonomo da quello che si svolga per i medesimi illeciti secondo il diritto dello Stato". "Di conseguenza - si legge nel testo - il vescovo, da un lato, non può far riferimento ad atti o conclusioni definitive o non definitive del procedimento statale onde esimersi da una propria valutazione e/o per far valere presunzioni ai fini del procedimento canonico"."Dall'altro lato - affermano le Linee guida - anche se non risulti in atto un procedimento penale nel diritto dello Stato (ricomprendendosi in esso anche la fase delle indagini preliminari), il vescovo dovrà ugualmente procedere senza ritardo secondo quanto previsto al numero 1 delle presenti Linee guida, ove abbia avuto notizia di possibili abusi, al giudizio di verosimiglianza e, se necessario, all'indagine previa e all'adozione degli opportuni provvedimenti cautelari".Il documento chiarisce anche che "nessuna responsabilità, diretta o indiretta, per gli eventuali abusi sussiste in capo alla Santa Sede o alla Conferenza Episcopale Italiana", ma "la Segreteria generale della Conferenza Episcopale Italiana assicura la sua disponibilità per ogni esigenza che sarà rappresentata, in spirito di servizio alle Chiese che sono in Italia e di condivisa sollecitudine per il bene comune".TELEFONO AZZURRO: DALLA CHIESA POSIZIONE DECISA E CONCRETATelefono azzurro apprezza la posizione "decisa e concreta" assunta dalla Chiesa con la diffusione delle linee guida della Cei contro i reati di pedofilia nel combattere un fenomeno che l'ha vista talora coinvolta. "La via maestra nella difesa dei più piccoli - come si legge in una nota diffusa dal Telefono azzurro - è la piena collaborazione con la magistratura e punta soprattutto all'aspetto preventivo: con queste linee guida, si decide di sradicare senza esitazione alcuna il fenomeno della pedofilia al suo interno combattendolo prima ancora che possa essere concepito"."Allo stesso tempo - fa notare il Telefono azzurro - non può non essere richiamata l'esigenza di una revisione dell'ordinamento giuridico nazionale che prevada, ad esempio, l'obbligo di denuncia soprattutto di quei reati di profonda gravità, come sono le violenze e gli abusi ai danni di bambini e adolescenti". La Chiesa, dunque, "prosegua nell'impegno nella difesa dei più piccoli. "Il documento presentato oggi - fa noatare il Telefono azzurro nella nota - richiama anche l'impegno dichiarato dalle autorità ecclesiastiche lo scorso 3 novembre, a Roma, in occasione del convegno 'The world's children and the abuse of their rights', organizzato daTelefono Azzurro e Icmec (International Centre for Missing and Exploited Children), sulla violenza e gli abusi sessuali ai danni di bambini e adolescenti nel mondo, a cui hanno partecipato membri del Governo, autorità politiche e religiose. In quell'occasione fu firmata la Carta di Roma: un appello per un Piano d'azione globale,che mobiliti i leader di tutto il pianeta, per combattere lo sfruttamento dei bambini coinvolti in attività sessuali e in traffici illegali".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: