venerdì 21 novembre 2014
COMMENTA E CONDIVIDI

"Alimentare la cultura dell'incontro tra le diverse componenti sociali dei quartieri" e "lavorare insieme per una città più inclusiva" è l'appello del cardinale vicario ai parroci e ai membri dei Consigli pastorali dopo i fatti di Tor Sapienza e dopo l'invito rivolto domenica scorsa alla comunità cristiana da Papa Francesco in cui chiedeva di impegnarsi "in modo concreto perché non ci sia scontro, ma incontro". "Come procedere?", si chiede il cardinale Agostino Vallini nella lettera inviata ai referenti pastorali diocesani: "Credo che i soggetti idonei siano i Consigli pastorali parrocchiali oppure le Prefetture. Questi organismi di partecipazione ecclesiale potrebbero inserire nella loro agenda i temi socialmente più rilevanti e sofferti nella vita dei quartieri, studiarli, elaborare proposte e poi affidare a gruppi di lavoro, formati da persone preparate, l'incarico di convocare, d'intesa con il parroco o con il prefetto, i rappresentanti delle realtà sociali presenti sul territorio per trattare, in sessioni di riflessione e di dialogo, le questioni scelte. È un lavoro facile? Certamente no; ma, per noi cristiani, è doveroso". Quanto allo specifico di Tor Sapienza, "il clima di esasperazione degli abitanti non nasce oggi e si spiega non tanto per la presenza del centro immigrati e dei Rom, ma per il crescere tra la gente della sfiducia nelle istituzioni giudicate latitanti. Vi dilaga lo spaccio della droga, la delinquenza, la prostituzione, le strade sono dissestate, pericolose e non illuminate, i servizi pubblici scarsi, e soprattutto non esistono presidi che garantiscano la legalità e la sicurezza. Le persone hanno paura di uscire di casa; sono semplicemente esasperate. I problemi sociali di Tor Sapienza sono comuni ad altri quartieri". VAI AL TESTO

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: