sabato 12 marzo 2016
​La LETTERA INTEGRALE delle 4 suore trucidate nello Yemen, spedita alle consorelle a Roma e rilanciata da Tv2000. «Quando i bombardamenti sono pesanti ci nascondiamo sotto le scale, tutte e cinque, sempre unite».
L'ultima lettera delle suore uccise
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Pubblichiamo il testo completo dell'ultima lettera delle suore di Madre Teresa uccise da un commando di terroristi ad Aden, nello Yemen, scritta nel giugno 2015, quando la guerra già imperversava. La lettera è stata inviata alle consorelle di Roma e resa nota da suor Serena, in un'intervista di Pina Cataldo per il Tg2000, il telegiornale di Tv2000. Aden è la città che più ha sofferto, con cinque bellissime grandi chiese. Le due parti in combattimento vogliono avere Aden poiché essi hanno sufficienti risorse naturali per esser indipendenti, con un porto e aeroporto internazionali. Giorno e notte gli aeroplani da guerra volavano lasciando cadere bombe mentre i soldati a terra attaccano con grande violenza. Noi ci inginocchiamo davanti al Santissimo esposto implorando Gesù misericordioso di proteggere e difendere i nostri poveri e di concedere pace a questa nazione. Non ci stanchiamo di bussare al cuore di Dio, confidando che ci sarà una fine a tutto questo. Mentre la guerra continua ci troviamo a calcolare quanto cibo abbiamo e ci chiediamo: «Sarà sufficiente per oggi?». Sister (Sally?) chiede al Signore: «I bombardamenti continuano, colpi di fuoco ovunque e abbiamo farina soltanto per oggi. Come sfameremo domani i nostri poveri?».  Con fiducia amorevole e abbandono totale noi cinque corriamo verso la nostra casa di accoglienza, anche quando il bombardamento è pesante. Ci rifugiamo a volte sotto gli alberi, pensando che questa è la mano di Dio che ci protegge e poi corriamo di nuovo velocemente per raggiungere i nostri poveri, che ci attendono sereni. Sono molto anziani, alcuni non vedenti, altri con handicap mentali o fisici. Immediatamente iniziamo il nostro lavoro, puliamo, laviamo, cuciniamo utilizzando gli ultimi sacchi di farina e le ultime bottiglie di olio, proprio come nella storia del profeta Elia e della vedova. Qualcuno suona al nostro cancello: è un uomo che noi non conosciamo; ha portato del pane fresco, nonostante le sparatorie e i bombardamenti. Ha lasciato il pane e se ne è andato. Possiamo soltanto dire, con le lacrime agli occhi: grazie Gesù! Le nostre scorte di cibo diminuiscono giorno dopo giorno e noi affidiamo ogni nostra necessità al Signore, ma umani come siamo ci preoccupiamo. E poi arriva un altro giorno. Qualcuno bussa alla porta. Un uomo con una scatola di banane, sufficienti per tutti. Ringraziamo il Signore. Un altro giorno ci siamo accorte all’improvviso che le medicine erano terminate... E ancora, qualcuno suona al cancello, è un uomo con una scatola di medicine, proprio quelle di cui abbiamo bisogno. Ringraziamo il Signore. Questi sono pochi esempi dell’amorevole Provvidenza Divina. Dio non può mai essere da meno con generosità, fino a quando rimaniamo con Lui e i suoi poveri. Quando i bombardamenti sono pesanti ci nascondiamo sotto le scale, tutte e cinque, sempre unite. Insieme viviamo, insieme moriamo, con Gesù, Maria e la nostra Madre (Teresa).
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