sabato 18 febbraio 2012
​Il segretario della Cei ha aperto i lavori del convegno promosso per analizzare e confrontarsi su come declinare gli specifici Orientamenti pastorali della ChiesaIl. Crociata: luogo ideale per nuove alleanze educative indispensabili per riconciliare famiglie e giovani.
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​«La scuola cattolica rappresenta un luogo ideale per l’intreccio di alleanze educative, in cui riconciliare famiglie e nuove generazioni aperte alla fede cristiana, nella determinazione fondata e coraggiosa di poter vivere una vita buona anche in questo mondo e in questo tempo». Va dritto al cuore del problema il vescovo Mariano Crociata, segretario generale della Cei, aprendo a Roma i lavori del convegno promosso dal Centro studi per la scuola cattolica, che fino a domenica, analizzerà e si confronterà su come declinare gli Orientamenti pastorali della Chiesa italiana nel mondo della scuola cattolica e della formazione professionale. E sono tre le condizioni che il vescovo Crociata indica come aiuto per «assumere questo ruolo e svolgerne il compito corrispondente». «Innanzitutto, la qualità della sua proposta umana ed educativa – sottolinea il segretario generale della Cei –, nella logica di una scuola pubblica in grado di competere con tutte le altre proposte educative, dovrebbe essere sempre più idonea a richiamare l’attenzione di mondi sociali e culturali ben oltre i confini confessionali». E questa proposta «umana ed educativa», prosegue il vescovo nella sua relazione iniziale, si può esprimere nella «sua strutturazione come comunità educante, che dovrebbe essere rappresentato dalle figure degli adulti che vi operano, a cominciare dai docenti a finire coi genitori, consapevoli di giocare un ruolo di modello e non solo di svolgere una funzione». Un tema su cui il Centro studi si è soffermato in alcuni dei suoi Rapporti annuali sulla scuola cattolica, analizzando ognuna delle componenti di questa «comunità educante».Il terzo aspetto sottolineato ancora dal segretario generale della Cei nel suo intervento è il fatto che «ci è chiesto di promuovere una cultura della libertà educativa che non sia rivendicazione di parte, ma difesa e promozione della persona a partire dalla tutela e dalla promozione della coscienza e della sua responsabilità nel dare pubblica attestazione della propria responsabilità non solo privata, ma personale e pubblica».Linee che gli Orientamenti pastorali per il decennio 2010/2020 indicano come risposta alla sfida educativa. «L’educazione si presenta intimamente coerente con la riscoperta centralità della persona nell’azione pastorale – ricorda Crociata –. Il senso di necessità maturato intorno alla cura della persona in situazione per il dispiegamento efficace dell’iniziativa pastorale della comunità cristiana, conduce coerentemente a considerare come prioritario il processo evolutivo e formativo della personalità. L’educazione è la prima basilare dimensione della cura della persona nella specificità della sua condizione individuale e sociale e nella configurazione del suo profilo credente». E il documento dei vescovi, aggiunge il vescovo, «fa riferimento ai tre luoghi esemplari di ogni esperienza educativa cristiana: la famiglia, la parrocchia e la scuola».Temi che anche il vescovo di Novara, Franco Giulio Brambilla ha toccato nella sua relazione che ha affrontato in particolare «le sfide della cultura e della società contemporanea alla scuola e all’educazione». E tra queste, sottolinea il vescovo di Novara, vi è «il diffuso scetticismo circa la trasmissibilità degli ideali civili e religiosi», mentre il modello antiautoritario «corrisponde alla crisi di autorità della tradizione civile, morale e religiosa della società moderna». Indispensabile conclude Brambilla intervenire «a livello antropologico» nel tentativo di dare una risposta alla domanda «Educare, se non ora quando?». Ma soprattutto per ridare quello slancio all’educazione che «sembra essersi smarrito».Oggi la parola ai protagonistiSaranno proprio i protagonisti cella comunità scolastica e formativa oggi al centro della sessione pomeridiana del convegno «Educare alla vita buona del Vangelo a scuola e nella formazione professionale». Tra le relazioni quelle del professor Redi Sante Di Pol, del professor Giulio Salerno e del professor Dario Nicoli. In mattinata interverranno il presidente del Censis Giuseppe De Rita, e i professori Giuseppe Savagnone e Giorgio Chiosso.Domenica di scena la società civileDomenica mattina il professor Onorato Grassi parlerà dell’associazionismo e sussidiarietà nella scuola cattolica. Due realtà che nella scuola cattolica paritaria rappresentano forme di partecipazione alla vita della scuola stessa. Mentre saranno «le linee operative per un progetto educativo» al centro della relazione di don Carlo Nanni. Una relazione che cercherà di trarre delle conclusioni operative al dibattito di questi tre giorni.
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