giovedì 14 febbraio 2013
«Sono molto grato per la vostra preghiera. Anche se mi ritiro adesso in preghiera, sono sempre vicino a tutti voi e sono sicuro che voi lo sarete, anche se per il mondo rimango nascosto». Lo ha detto Benedetto XVI nel corso dell'incontro con i parroci romani nell'Aula Paolo VI.
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L’agenda degli ultimi giorni di pontificato di Benedetto XVI è ormai definita. E comprende anche due udienze annunciate ieri dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, che da un lato mettono in luce il rapporto privilegiato con l’Italia, anche da parte del Pontefice di origine tedesca, dall’altro dicono di amicizie personali che, specie in questi ultimi mesi, il Papa ha intessuto al di là dei sempre ottimi rapporti istituzionali. Sabato pomeriggio, infatti, nel Palazzo Apostolico salirà il presidente del Consiglio, Mario Monti. E una settimana più tardi (nella mattinata di sabato 23) sarà la volta del capo dello Stato, Giorgio Napolitano.I due nuovi appuntamenti sono stati aggiunti al calendario già stabilito da tempo (e che Avvenire riassume qui a fianco) nel corso delle ultime ore. «È stato il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, martedì pomeriggio alla cerimonia per i Patti Lateranensi – ha spiegato Lombardi – a dare la disponibilità a Monti di un colloquio personale». Colloquio in quanto «presidente del Consiglio e non come candidato alle elezioni», ha poi precisato rispondendo alle domande dei giornalisti e ricordando che «Monti è un bravo cristiano e ha incontrato il Papa più volte». Quanto a Napolitano, «lo speciale saluto è stato messo in calendario dopo l’incontro commovente tra il Pontefice e il capo dello Stato durante il recente concerto nell’Aula Paolo VI». Non ci saranno altre udienze, anche perché, ha sottolineato il portavoce vaticano, «il calendario è già piuttosto pieno e dettagliato» e giunge fino alle 17 di giovedì 28 febbraio, quando Benedetto XVI raggiungerà Castel Gandolfo in elicottero, dove trascorrerà le sue ultime ore da Papa e tutto il periodo della Sede vacante.La scelta di recarsi nella residenza estiva (che dista una trentina di chilometri dal Vaticano) durante la fase preparatoria e celebrativa del Conclave, ha fatto notare il portavoce, «la dice lunga sull’intenzione di Joseph Ratzinger di non influire minimamente sull’elezione del proprio successore. Del resto conosciamo la sua riservatezza». E dopo il 28 febbraio? Il Conclave stesso, secondo le norme, deve iniziare tra il 15° e il 20° giorno dall’inizio della sede vacante, dunque intorno a metà marzo. Nel frattempo si svolgeranno le congregazioni dei cardinali, che servono a preparare la fase celebrativa. Attualmente, ha detto padre Lombardi, «sussiste ancora per molti, uno stato d’animo di sorpresa e, quindi, di riflessione sul significato di questa decisione del Papa, e su ciò che questo comporta per la Chiesa». Sicuramente la rinuncia è stata «un atto libero, umile, responsabile, lucido, con una motivazione chiarissima e ragioni comprensibili».Infine gli è stato chiesto di monsignor Georg Gänswein, segretario personale del Papa e prefetto della Casa Pontificia. «Da quest’ultima carica non decade – ha detto padre Lombardi –. E non penso che il Papa abbia bisogno di un vescovo come segretario particolare». Sempre a proposito di nomine, il portavoce vaticano ha informato che prossimamente verrà reso noto il nome del nuovo presidente dello Ior, mentre in vista del Conclave, monsignor Giuseppe Sciacca è diventato uditore generale della Camera apostolica, guidata dal camerlengo, che è il cardinale Bertone, e dal vicecamerlengo, monsignor Celata. Sciacca, ha detto padre Lombardi, sarà il «consulente giuridico» del camerlengo. Non è mancata, infine, una domanda sulla “pensione” del Papa. Il portavoce ha risposto con una battuta: «Sicuramente si provvederà al suo mantenimento. È noto che il Santo Padre ha un tenore di vita estremamente semplice e non credo che sarà un aggravio per le casse della Santa Sede».
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