mercoledì 22 aprile 2015
COMMENTA E CONDIVIDI
«I bambini del Karamoja, quando ci incontrano, non ci chiedono caramelle. Ci chiedono acqua». Carlo Ruspantini non è nuovo ai viaggi in Uganda. Da dieci anni ha lasciato il suo lavoro da commercialista per fare il direttore a tempo pieno di Africa Mission, il Movimento fondato nel 1972 a Piacenza dal varesino don Vittorio Pastori e dall’allora vescovo Enrico Manfredini. È uno dei tanti folgorati dal carisma di "Vittorione", il ristoratore dalla mole imponente divenuto sacerdote a 58 anni che ha dedicato la vita alla popolazione del Karamoja. È qui, nell’arida regione settentrionale al confine con Sudan e Kenya, che la ong "Cooperazione e Sviluppo", braccio operativo di Africa Mission, ha perforato a gennaio il pozzo numero mille, dedicato a papa Francesco. Una delegazione, capitanata dal vescovo di Moroto padre Damiano Guzzetti, gli aveva consegnato il modellino della struttura il 3 dicembre scorso, incontrandolo in udienza. A Pasqua gli hanno voluto comunicare la notizia del completamento dell’opera, col sogno che, durante l’annunciata visita in Africa, il Papa possa visitare il pozzo e le strutture sorte a Moroto dal popolo di don Vittorione. «Il Karamoja è la vera periferia dell’Uganda e non solo per motivi geografici», sottolinea Ruspantini, che ha visto più d’una volta cosa vuol dire per un karimojong ripetersi il miracolo dell’acqua pulita che zampilla dalla terra. «Il pozzo si trova nel villaggio di Lakaburu, nella zona di Nadunget – illustra –. Ha una portata di 700 litri all’ora. Gli abitanti dell’area, un migliaio di persone, per lo più pastori seminomadi, prima dovevano percorrere più di cinque chilometri a piedi per rifornirsi di acqua potabile». «Continuate, continuate, continuate». L’esortazione di Papa non è caduta nel vuoto. Altri 16 pozzi sono stati già perforati dall’inizio dell’anno e in cantiere c’è un progetto sostenuto dalla Cei che allunga l’orizzonte al 2017 «Grazie ai trecentomila euro all’anno per tre anni stanziati dalla Conferenza episcopale italiana, che si affiancano ai nostri finanziamenti di 250mila euro, realizzeremo 100 nuovi pozzi e ne riabiliteremo 300», anticipa Ruspantini. L’acqua resta infatti la necessità prioritaria in un’area costituita per l’80% da savana, dove non piove mai e con i capi di bestiame che diminuiscono a vista d’occhio. «Si pensi – semplifica Ruspantini – che una mucca karimojong dà solo un litro di latte al giorno, contro i 50 di una vacca europea». L’arrivo delle compagnie straniere che sfruttano i giacimenti del sottosuolo, scoperti di recente, e la conseguente ondata di modernità - dalla corrente elettrica alle strade asfaltate alle antenne per i cellulari - destabilizzano un’economia fondata su pastorizia e nomadismo. «Alla povertà – fa notare Ruspantini – si aggiunge la frustrazione di una forte crisi di identità».  I giovani karimojong vengono scalzati dai coetanei dei vicini distretti ugandesi. Per questo Africa Mission punta sull’educazione, al centro giovanile "Don Vittorio" di Moroto. «Da due anni organizziamo corsi di educazione professionale per muratori, meccanici di pompa, assistenti di scuole materne, paraveterinari, addetti alle cucine. Pochi mesi fa abbiamo consegnato il diploma a 230 giovani: tutti hanno trovato subito lavoro».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: