venerdì 4 ottobre 2013
Una giornata densa di incontri, quella di Bergoglio ad Assisi. Il Papa ha ricordato la tragedia di Lampedusa: «Oggi è un giorno di pianto». Nella sala della «spogliazione» del Poverello: «La Chiesa si spogli della mondanità che uccide l'anima». Il primo saluto è andato ai bambini disabili dell’istituto Serafico: in voi le piaghe di Gesù. Poi l'incontro con il clero, i consacrati e i membri dei consigli pastorali. Nella Basilica di Santa Chiara lo scambio con le monache di clausura: non siate troppo spirituali. Infine, il dialogo con i giovani. IL PROGRAMMA​ | LA DIRETTA TWITTER 
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(a cura di Gigio Rancilio)​​
LE PAROLE DEL PAPA 
AL SERAFICO (Video) | NELLA SALA DELLA SPOLIAZIONE (Video) | L'OMELIA | AL CLERO, AI CONSACRATI E AI CONSIGLI PASTORALI DELLA DIOCESI
UNA VISITA STORICA Il giorno di Francesco (Mimmo Muolo)
IL VESCOVO SORRENTINO
«I poveri, i malati, la gente: ecco l'agenda di Bergoglio» (Salvatore Mazza)
LA CURIOSITA' Webcam sulla cripta e preghiere via mail
LE TESTIMONIANZE «Solo Gesù ha più fascino» di Claudio Baglioni | «Bontà e umiltà» di Francesco Totti «Insegna a essere semplici» di Carlo Conti

 

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Alle 19.45 papa Francesco è ripartito da Assisi a bordo dell'elicottero, dopo una lunghissima giornata scandita da 12 appuntamenti. Bergoglio, dopo aver visitato il santuario di Rivotorto, si è congedato salutando i rappresentanti istituzionali ed è ripartito in elicottero alla volta del Vaticano. Assisi si è lentamente svuotata dalle decine di migliaia di pellegrini che l'hanno popolata fin dalle prime ore del mattino.Il colloquio con i giovani. Il Papa intorno alle 18 ha incontrato 50mila giovani dell'Umbria radunati nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Quattro di loro, a coppie, hanno rivolto altrettante domande. I primi sono stati due giovanissimi sposi con il loro bambino, che il Papa ha benedetto. "È bello stare qui insieme a lei e sentire la sua parola", gli hanno detto. La coppia ha anche parlato della "difficoltà di vivere il matrimonio da giovani cristiani", e ancora altri due gli hanno chiesto "Che cosa dobbiamo fare del nostro futuro?". La piazza poi ha inneggiato più volte il nome del Santo Padre a cui sono stati fatti gli auguri di buon onomastico."La società in cui voi siete nati privilegia i diritti individuali piuttosto che la famiglia", ha detto il Papa. "La famiglia è benedetta da Dio col sacramento del matrimonio, e benedetta è la missione di mettere al mondo i figli e di educarli. I nostri nonni", ha affermato, "con queste certezze hanno superato anche le prove più dure. A dare vita a fare crescere i figli". "Erano certezze semplici, ma vere, formavano delle colonne che sostenevano il loro amore, ha spiegato Bergoglio, ribadendo poi che "ci vuole questa base morale e spirituale per costruire bene, in modo solido" mentre oggi, ha ripetuto, "questa base non è più garantita dalle famiglie e dalla tradizione sociale". La cultura di oggi, proclamando "i diritti individuali" favorisce "le relazioni che durano finché non sorgono difficoltà, e per questo a volte parla di rapporto di coppia, di famiglia e di matrimonio in modo superficiale ed equivoco. Basterebbe guardare certi programmi televisivi!". "I parroci e anch'io - ha detto - tante volte ascoltiamo dai giovani l'affermazione: 'noi ci amiamo tanto ma rimarremo insieme finché dura l'amore'. Ed anche un bravo seminarista mi ha detto che pensa di fare il prete per 10 anni e poi si vedrà". "Ma a farti dire questo - ha spiegato Francesco - è l'egoismo: quando non sento più il sentimento taglio il matrimonio. Certo, è rischioso sposarsi, perché quell'egoismo che ci minaccia dentro lo abbiamo tutti, è la tentazione di una doppia possibilità: 'io me mi con me e per me'", ha scherzato Bergoglio. L'incontro con le monache di clausura. Nella cripta della basilica di Santa Chiara alle 16.30 papa Francesco si è inginocchiato in preghiera e in venerazione dinanzi al corpo della santa, lì conservato.Poi ha incontrato le suore Clarisse, alle quali ha rivolto un breve messaggio. "Non vantarsi, sopportare tutto, sorridere sempre ma non come un'assistente di volo" (che lo fa essendo obbligata per ragioni professionali); le suore siano esperte di umanità, non troppo spirituali ma con una "santità umana" perché il monastero non deve essere vissuto come "un purgatorio". Papa Francesco ha ricordato alle suore di coltivare la vita di comunità e le ha messe in guardia dal diavolo: "Sappiatevi perdonare, sopportatevi perché il diavolo approfitta per dividere. Curate l'amicizia tra voi, la vita di famiglia. E non vantatevi. Non parlate male le une delle altre, perché da questo incominciano le divisioni. E infine - ha concluso Bergoglio - non siate troppo disincarnate: ascoltate il consiglio di Santa Teresa d'Avila - la fondatrice della vostra concorrenza - ogni tanto bisogna mangiare una bistecca".

Al clero di Assisi: andare verso le periferie. Ascoltare la Parola di Dio, camminare insieme, annunciare "fino nelle periferie". Sono le tre raccomandazioni che papa Francesco ha fatto al clero, ai religiosi e ai membri dei consigli pastorali di Assisi durante l'incontro nella cattedrale di San Rufino, dopo aver partecipato al pranzo allestito - come ogni giorno - per i poveri al Centro Caritas. "La Chiesa è questo: la comunità che ascolta con fede e con amore il Signore che parla", ha detto il Papa. Secondo Bergoglio quella di "camminare insieme", cioè di fare "sinodo", è "l'esperienza più bella che viviamo". "Ma la cosa più importante - ha detto ancora il Pontefice - è camminare insieme, collaborando, aiutandosi a vicenda; chiedersi scusa, riconoscere i propri sbagli e chiedere perdono, ma anche accettare le scuse degli altri perdonando - quanto è importante questo! Camminare uniti, senza fughe in avanti, senza nostalgie del passato". In Papa ha infine sottolineato il terzo aspetto, "quello missionario", "un elemento che ho vissuto molto quando ero a Buenos Aires: l'importanza di uscire per andare incontro all'altro, nelle periferie, che sono luoghi, ma sono soprattutto persone, situazioni di vita. Non lasciatevi bloccare da pregiudizi, da abitudini, rigidità mentali o pastorali, dal 'si è sempre fatto così'!'".Sull'esigenza dell'annuncio e dell'esempio, "penso al papà e alla mamma - ha detto papa Bergoglio - che sono i primi educatori: come possono educare se la loro coscienza non è illuminata dalla Parola di Dio, se il loro modo di pensare e di agire non è guidato dalla parola, quale esempio possono dare ai figli? E penso ai catechisti, a tutti: cosa raccontano le parole di Dio o quelle del telegiornale?". Un pensiero anche agli sposi: "Litigate quanto volete: se volano i piatti pazienza, ma mai finire la giornata senza fare la pace. E se nei matrimoni gli sposi imparano a dire 'scusa, ero stanco', a fare soltanto un piccolo gesto, è questa la pace. Questo è un segreto, che evita le separazioni dolorose".

La Messa: «Ascoltare il grido di chi soffre e muore per le guerre». Un nuovo forte appello di pace è stato lanciato da papa Francesco durante la sua messa ad Assisi. Il Papa ha invocato che "cessino i conflitti armati che insanguinano la terra", che "tacciano le armi", e si ascolti il "grido" di chi soffre e muore per il terrorismo e le guerre, specie in Siria, in Terra Santa e in tutto il Medio Oriente. "Da questa Città della Pace, ripeto con la forza e la mitezza dell'amore: rispettiamo la creazione, non siamo strumenti di distruzione!". È l'appello per la difesa del creato lanciato da papa Francesco durante la messa celebrata sulla piazza della basilica francescana. Nell'omelia il Pontefice ha citato il Cantico delle Creature di San Francesco: «Il Santo d'Assisi testimonia il rispetto per tutto ciò che Dio ha creato e che l'uomo è chiamato a custodire e proteggere, ma soprattutto testimonia il rispetto e l'amore per ogni essere umano". "Dio ha creato il mondo perché sia luogo di crescita nell'armonia e nella pace" ha ribadito il Pontefice.San Francesco ci insegni "ad essere strumenti della pace, della pace che ha la sua sorgente in Dio, la pace che ci ha portato il Signore Gesù". È l'invocazione lanciata dal Papa durante la messa. Francesco, ha detto, ci testimonia che "chi segue Cristo, riceve la vera pace, quella che solo Lui, e non il mondo, ci può dare". "San Francesco viene associato da molti alla pace, ed è giusto, ma pochi vanno in profondità", ha aggiunto il Pontefice. "Qual è la pace che Francesco ha accolto e vissuto e che ci trasmette? - ha continuato - Quella di Cristo, passata attraverso l'amore più grande, quello della Croce". Secondo Bergoglio, "la pace francescana non è un sentimento sdolcinato. Per favore: questo san Francesco non esiste! E neppure è una specie di armonia panteistica con le energie del cosmo… Anche questo non è francescano, ma è un'idea che alcuni hanno costruito". "La pace di san Francesco è quella di Cristo, e la trova chi "prende su di sé" il suo "giogo", cioè il suo comandamento: Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato - ha spiegato papa Bergoglio-. E questo giogo non si può portare con arroganza, con presunzione, con superbia, ma solo con mitezza e umiltà di cuore". La preghiera per l'Italia. E nel giorno del Patrono d'Italia il Papa ha pregato per il nostro Paese e per il "capo del nostro governo che è qui presente", ha detto, aggiungendo il saluto a braccio. "Preghiamo per la nazione italiana, perchè ciascuno lavori sempre per il bene comune, guardando a ciò che unisce più che a ciò che divide", è stata l'invocazione. "Faccio mia - dice il Papa - la preghiera di san Francesco per Assisi, per l'Italia, per il mondo: 'Ti prego dunque, o Signore Gesù Cristo, padre delle misericordie, di non voler guardare alla nostra ingratitudine, ma di ricordarti sempre della sovrabbondante pietà che hai mostrato, affinchè sia sempre il luogo e la dimora di quelli che veramente ti conoscono e glorificano il tuo nome benedetto e gloriosissimo nei secoli dei secoli".Con Enrico Letta. Il premier promette «impegno per Lampedusa». Il premier Enrico Letta, salutando papa Francesco in occasione della sua presenza alle celebrazioni del patrono d'Italia ad Assisi, ha voluto ringraziarlo per le sue parole e le sue sollecitazioni dopo l'immane tragedia di Lampedusa. Letta, riferiscono fonti di palazzo Chigi, ha assicurato al Papa il massimo impegno suo e del governo per affrontare la questione sia a livello nazionale che a livello europeo e internazionale.Nella Sala della spogliazione di Francesco: «La mondanità uccide la Chiesa». La "mondanità spirituale uccide l'anima, le persone, la Chiesa". Lo ha detto il Papa, parlando a braccio ai poveri ad Assisi. Nella sala della spoliazione di Francesco, Bergoglio ha chiesto al Signore che "dia a tutti noi il coraggio di spogliarci dello spirito del mondo che è la lebbra, il cancro della società, il nemico di Gesù"."Per tutti, anche per la nostra società che dà segni di stanchezza, se vogliamo salvarci dal naufragio, è necessario seguire la via della povertà, che non è la miseria - questa è da combattere -, ma è il saper condividere, l'essere più solidali con chi è bisognoso, il fidarci più di Dio e meno delle nostre forze umane". ha detto papa Francesco. La Chiesa deve spogliarsi "di ogni mondanità spirituale", della "paura di aprire le porte e di uscire incontro a tutti", della "tranquillità apparente che danno le strutture", ha preseguito il Papa parlando a braccio e saltando il discorso ufficiale.Rivolgendosi "a braccio" ai poveri assistiti dalla Caritas, tra cui molti stranieri, il Papa ha detto: "Tanti di voi siete stati spogliati da questo mondo selvaggio, che non dà lavoro, che non aiuta, a cui non importa se ci sono bambini che muoiono di fame nel mondo, non importa se tante famiglie non hanno da mangiare, non hanno la dignità di portare il pane a casa, non importa - ha aggiunto - di tanta gente che deve fuggire dalla schiavitù, dalla fame e fuggire cercando la libertà". "E con quanto dolore - ha detto ancora il Pontefice - tantevoglie vediamo che trovano la morte come è successo ieri a Lampedusa. Ma oggi è un giorno di pianto".L'arrivo al "Serafico" e l'abbraccio al bambini disabili. Papa Francesco ha iniziato la sua visita pastorale ad Assisi in occasione delle celebrazioni per il Patrono d'Italia. L’elicottero papale è atterrato nel campo sportivo dell’Istituto "Serafico" alle 7.30, in anticipo di un quarto d'ora programma, vista anche l’intensissima giornata fitta di appuntamenti. Ad accogliere il Papa c'erano il presidente del Senato Piero Grasso e quello della Regione Umbria, Catiuscia Marini. Primo incontro del Papa con i bambini disabili e malati, ospiti dell’istituto. Commovente l'abbraccio del Santo Padre con i piccoli. Sono circa 60 i giovani pluriminorati attualmente assistiti nella casa fondata dal beato Ludovico da Casoria il 17 settembre 1871, in ricordo delle stimmate ricevute da San Francesco, segno della sofferenza di Gesù che si protrae nelle sofferenze dei ragazzi. Al "Seraphicum", Papa Francesco è stato accolto dal nunzio in Italia, monsignor Adriano Bernardini, e dal vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, che gli è poi rimasto accanto durante tutto il tempo, oltre mezz'ora, dedicato a salutare gli ospiti. Alcuni infermieri, mentre Francesco continuava a intrattenersi con i giovani, hanno srotolato un piccolo striscione con scritto "Francesco ripara la mia casa", che è l'invito che fu rivolto al Poverello dal Crocifisso di San Damiano."Noi siamo tra le piaghe di Gesù. Queste piaghe hanno bisogno di essere ascoltate. Di essere riconosciute", ha detto Papa Francesco, all'incontro con i bambini disabili e ammalati ospiti dell'Istituto. "Miì viene in mente - ha proseguito - quando il Signore Gesù andava in cammino con quei due discepoli tristi", ad Emmaus. "Ma alla fine - ha rimarcato Bergoglio - Gesù ha fatto vedere le sue paghe e loro lo hanno riconosciuto. Poi il pane, lui era lì. Gesù è presente e nascosto dietro la semplicità e la mitezza di un pane". "Mettere al centrodell'attenzione sociale e politica le persone più svantaggiate". Lo ha chiesto Papa Francesco nel discorso ufficiale - consegnato ma non letto - in risposta al sindaco di Assisi, Claudio Ricci. "A volte - ha scritto il Pontefice nel testo - le famiglie si trovano sole nel farsi carico di loro. Che cosa fare? Da questo luogo in cui si vede l'amore concreto, dico a tutti: moltiplichiamo le opere della cultura dell'accoglienza, opere anzitutto animate da un profondo amore cristiano". Ad Assisi il Papa ha portato con sè, come "un dono di amore di Gesù", la lettera di Nicolas, un ragazzo di 16 anni, disabile fin dalla nascita, che abita a Buenos Aires.

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