sabato 24 settembre 2016
​Giubileo, celebrazione domenicale in piazza San Pietro. Al convegno dei direttori e collaboratori degli uffici catechistici presentati i 16 punti base per la catechesi della misericordia.  Il programma
La chiamata di san Matteo
Quindicimila catechisti con Papa Francesco
COMMENTA E CONDIVIDI
Quindicimila catechisti da tutto il mondo in piazza San Pietro. Si conclude così, questa domenica, il Giubileo dei catechisti. Festa e preghiera, con la Messa celebrata da papa Francesco, per riprendere con nuova energia l'impegno catechetico. “Grazie alla misericordia l’uomo fa l’esperienza fondamentale della sua esistenza. Si verifica pertanto un cambiamento radicale del suo modo di pensarsi in relazione a Dio, ma anche in relazione agli altri e a se stesso”. E’ il punto numero 1 da cui partono le 16 “Propositiones per una catechesi della Misericordia” che sono state elaborate dall’Associazione italiana dei catecheti (Aica), che, come riporta l'agenzia Sir, sono state presentate ai 300 partecipanti al convegno nazionale dei direttori e collaboratori degli uffici catechistici diocesani che sul tema “Memoria di Dio, annuncio e catechesi” si è aperto venerdì a Roma e si concluderà domenica in piazza San Pietro con la Messa di Papa Francesco per il Giubileo dei catechisti. “Alla luce della Misericordia”, osserva l’Aica, l’azione pastorale della Chiesa “non può essere pensata nei termini di una mera organizzazione” né può limitarsi a essere “espressione di idee ecclesiologiche, canonistiche e teologiche-morali”. La Misericordia chiede ai catechisti un “salto di qualità” perché siano espressione di una “Chiesa che si fa prossimità” e in “sintonia con il magistero di Francesco”, va “verso tutti”, crea “vicinanza con ogni uomo e ogni donna”. “La pastorale è così esercizio della maternità di una Chiesa che agisce sempre con misericordia”. A questo proposito, l’Aica sottolinea quanto sia diffuso oggi “il desiderio di riconoscimento, di gratuità, di essere amati e di amare gratuitamente, di poter ricominciare sempre. La mediazione catechistica – prosegue – è chiamata a cogliere sia l’azione di misericordia di Dio sia l’attesa di misericordia e ad accompagnare i processi che ne derivano fino a far maturare vincoli di fraternità tra gli uomini”. “Dentro questa prospettiva, la Chiesa rimette al centro del suo cuore e delle sue scelte i ‘ciechi’, gli ‘zoppi’, i ‘sordi’ e i ‘muti’, aiuta i morti a riacquistare la vita, cammina con il passo del più debole, così come il suo Maestro e Signore ha fatto e le ha insegnato”.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: