"Turismo e acqua: proteggere il nostro comune futuro”. È questo il tema il
Giornata mondiale del Turismo, che ricorre il 27 settembre. In vista di questo
appuntamento, il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli
Itineranti ha diffuso un messaggio in cui si invita il turismo a un uso
responsabile ed etico dell’acqua e del Creato in generale. “Senza acqua, non c’è vita”: parte da questa costatazione il
messaggio del Pontificio Consiglio Migranti e Itineranti per la Giornata
mondiale del Turismo, a firma del presidente e del segretario, il cardinale
Antonio Maria Vegliò e il vescovo Joseph Kalatathiparambil. Dati alla mano, il
dicastero vaticano ricorda che nel 2012 è stato superato il traguardo di un
miliardo di turisti internazionali, mentre nel mondo una persona su tre vive in
un Paese a scarsità d’acqua ed è possibile che nel 2030 la carenza colpisca
quasi la metà della popolazione mondiale. Non solo: circa un miliardo di persone
al mondo non ha accesso all’acqua potabile. Indissolubile, quindi, il legame tra
un turismo “ecologico, rispettoso e sostenibile” e la tutela sia delle fonti
idriche che di tutto il Creato.“Il turismo – si legge nel messaggio –
sarà un vero vantaggio nella misura in cui riuscirà a gestire le risorse secondo
criteri di ‘green economy’, un’economia il cui impatto ambientale si mantenga
entro limiti accettabili”. Di qui, l’invito a guardare con attenzione al
“principio della destinazione universale dei beni della terra, che è un diritto
naturale, originario”. Anche perché, continua il messaggio, il Creato è un “dono
di Dio” e “il Creatore ci invita a custodirlo, consapevoli di essere
amministratori, e non padroni” di tale dono. Altro punto messo in evidenza dal
Dicastero vaticano è il legame tra acqua e liturgia, che ci ricorda “la storia
dell’amore di Dio per l’umanità”. Dalla Veglia pasquale al rito del Battesimo,
dai racconti biblici del diluvio universale e del passaggio del Mar Rosso
all’episodio evangelico della lavanda dei piedi – si legge nel messaggio –
“l’acqua ci parla di vita, di purificazione, di rigenerazione e di
trascendenza”. Gesù, inoltre, si presente come “sorgente di acqua viva”, “Colui
che placa la sete”, dove la sete sono “gli aneliti più profondi del cuore umano,
la sua ricerca di un’autentica felicità oltre se stesso”.Quindi, il
Pontificio Consiglio richiama “tutti coloro che sono coinvolti nel settore del
turismo” ad una “forte responsabilità nella gestione dell’acqua”, affinché tale
settore sia “effettivamente fonte di ricchezza a livello sociale, ecologico,
culturale ed economico”, evitando così che “i danni causati” dalla “cattiva
gestione” delle risorse naturali gravino sulle generazioni future. Per questo,
politici, imprenditori e turisti stessi sono esortati ad un “cambiamento di
mentalità che porti ad adottare uno stile di vita diverso, caratterizzato dalla
sobrietà e dall’autodisciplina”, perché il turista possa giungere alla
convinzione “che non tutto è permesso”, anche se ciascuno se ne può “assumere
l’onere economico”. Infine, il Pontificio Consiglio ricorda che la custodia del
Creato è “un tema importante per Papa Francesco”, che lo ha evidenziato in
diverse occasioni, sin dalla Messa di inizio pontificato, il 19 marzo
scorso.