sabato 17 gennaio 2015
​Molte le iniziative questa domenica in tutto il Paese. Migrantes: un grande impegno di civiltà. Monsignor Bregantini: ricordare l'emigrazione italiana per guardare al futuro.
Chiusura e rifiuto non sono soluzioni di Marco Impagliazzo
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Si celebra questa domenica, 18 gennaio, la 101a Giornata del migrante e del rifugiato. Sono previste iniziative in molte diocesi in tutto il Paese.

Monsignor Bregantini: tra memoria e futuro “Ormai le migrazioni investono tutti i luoghi e gli ambienti. Specie nelle scuole, ovunque! Rende il cuore pieno di gioia osservare i bimbi, di diversi colori, che giocano serenamente insieme. Lingue diverse, ma un unico cuore. Grande. Che i bimbi, loro, sanno gestire meglio di noi, adulti”. È la riflessione dell’arcivescovo di Campobasso-Bojano, monsignor Giancarlo Bregantini, per la giornata del migrante e del rifugiato. Il vescovo parte dalla “memoria storica sull’immigrazione nostra, che da tante regioni italiane si è diffusa in tutto il mondo lungo il secolo scorso”, sottolineando “l’aspetto culturale, cioè con quale cuore noi ricordiamo l’emigrazione dei nostri nonni, per oggi aprire il nostro cuore. Oggi, per un memoriale che si faccia accoglienza rispettosa e solidale”. Bregantini riprende quindi “due note, che vengono richiamate nel messaggio del Papa, per questa giornata: carità e giustizia. La carità ci aiuterà ad allargare braccia e cuore. La giustizia ci servirà per poter portare benessere e pace là nelle nazioni dove c’è guerra, come Libia o Siria, nazioni che poi di fatto alimentano questa ondata di immigrati disperati. La giustizia creerà le condizioni perché tutti possano restare nella loro patria per farla bella e florida. Su questo, noi dobbiamo lavorare e impegnarci”. Un contesto difficile La Giornata si inserisce in un contesto difficile. In troppi identificano lo sttraniero che arriva con i barconi con un possibile terrorista o delinquente. Quando poi le cronache ci mostrano chiaramente che certi personaggi, quando identificati dalle forze dell'ordine, non sono arrivati su barconi sfidando la morte, ma seguendo altre vie, anche molto più comode e sicure. O addirittura sono cittadini da lungo tempo se non dalla nascita dei Paesi dove hanno compiuto atti violenti. Monsignor Perego (Migrantes): l'impegno e i problemi La proposta, quindi, in seguito ai tragici eventi di Parigi, di modificare o abolire il trattato di Schengen ritornando alle frontiere è “una follia politica economica e culturale”. Lo ha detto questa mattina a Roma monsignor Giancarlo Perego, direttore generale Migrantes, intervenuto alla conferenza stampa di presentazione delle iniziative della Chiesa italiana per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato di  questa domenica. Delle oltre 170mila persone (migranti forzati) sbarcate sul nostro territorio nel 2014, al 1° gennaio 2015 quelle accolte e rimaste nelle diverse strutture di prima e seconda accoglienza sono poco meno di 66.000, cioè poco più di 1/3, ha spiegato monsignor Perego, precisando che non si può parlare di “invasione” e che, se non governata correttamente, la paura che ha portato alla nascita di partiti nazionalisti in Europa “può diventare un motore di involuzione sociale ed economica”. Tre le priorità evidenziate dal responsabile di Migrantes per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati. Anzitutto “la necessità di estendere almeno in tutti i 3.000 Comuni sopra i 5.000 abitanti almeno un’unità di accoglienza dei richiedenti asilo, attraverso progetti che estendano il progetto di strutture di seconda accoglienza (Sprar) almeno a 50.000, con una partecipazione adeguata anche dei Comuni del Nord Italia”. Al tempo stesso, ha proseguito monsignor Perego, occorre “consolidare una rete di prima accoglienza strutturata sul territorio nazionale, attraverso il mondo dell’associazionismo e della cooperazione sociale, della realtà ecclesiale, almeno per 100.000 persone”. In relazione alla tutela dei minori non accompagnati, mons. Perego ha segnalato gravi carenze nell’accoglienza, soprattutto nelle famiglie, nonostante le indicazioni normative vigenti. Necessarie, secondo Perego, “alcune precise e puntuali indicazioni applicative della legge a tutela dei minori non accompagnati, perché da subito sia garantita la tutela di chi arriva in Italia” per “evitare anche che 3.500 minori scompaiano nel nulla, come è successo nel 2014”. Infine, dalla “nota positiva” secondo la quale “nel 2014 i 10 Cie in Italia, di cui metà chiusi, vedono oggi la presenza solo di 276 persone a fronte di 1.748 posti”, l’auspicio che “presto si arrivi finalmente alla chiusura di strumenti di una stagione ideologica e costosissima di trattenimento dei migranti”. Serve, insomma, “uno sforzo maggiore non per presidiare le frontiere, ma per superarle a tutela della dignità della persona umana”. Quest’anno, ha concluso, la Regione prescelta per celebrare la Giornata è la Basilicata da cui provengono 117mila emigranti italiani e che attualmente accoglie 17 mila immigrati.  Il telegramma del presidente Napolitano (13 gennaio 2015) “La preziosa attività” svolta dalla Fondazione Migrantes e dal volontariato laico “costituisce un importante supporto all’azione dello Stato e degli enti territoriali in nome dei comuni valori della solidarietà e dell’accoglienza”. Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel telegramma inviato a monsignor Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes, in occasione della 101ma Giornata del migrante e del rifugiato che ricorre domenica 18 gennaio. Nel messaggio, letto questa mattina da mons. Domenico Pompili, sottosegretario Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, durante la conferenza stampa di presentazione delle iniziative della Chiesa italiana per la Giornata, Napolitano afferma: “È indispensabile compiere ogni sforzo per garantire i diritti inalienabili della persone e il rispetto della loro dignità”.

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