martedì 12 gennaio 2016
Lo ha detto il direttore della Fondazione Migrantes, Perego. Per la Giornata dei rifugiati domenica 17 gennaio 6mila migranti in San Pietro. (Gianni Cardinale)
Il reato non vince la paura (Francesco Soddu)
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Ci saranno oltre seimila i migranti e rifugiati provenienti dalle diocesi del Lazio ad assistere domenica prossima all’Angelus del Papa per poi attraversare la Porta Santa con la Croce di Lampedusa e celebrare la Messa nella Basilica di San Pietro in occasione del Giubileo dei migranti e della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Lo ha spiegato oggi monsignor Guerino Di Tora, vescovo ausiliare di Roma e presidente della Commissione episcopale della Cei per le migrazioni e della Fondazione Migrantes, specificando che tra loro ci saranno anche duecento richiedenti asilo del Cara di Castelnuovo di Porto (Roma) gestito dalla Cooperativa Auxilium. Alla conferenza stampa di presentazione della Giornata ha partecipato anche monsignor Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, che ha sottolineato come siano 27mila i migranti accolti oggi nelle parrocchie, comunità religiose, monasteri e santuari di tutta Italia. Al momento dell’appello di Papa Francesco il 6 settembre scorso erano quasi 23mila, e da allora è aumentata molto la disponibilità delle parrocchie all’accoglienza: si stima da mille a 5000. «Soprattutto laddove i comuni sono stati latitanti – ha precisato il direttore di Migrantes – è cresciuto l’impegno dell’accoglienza ecclesiale. Ad esempio in Lombardia una persona su due è accolta presso strutture ecclesiali». Monsignor Perego ha voluto anche ribadire che «depenalizzare il reato di clandestinità sarebbe un atto di grande intelligenza per il nostro Paese». «Se dovesse permanere il reato – ha aggiunto – proseguirebbe una realtà inutile da tutti i punti di vista che rischia di incrinare lo Stato di diritto: una persona non deve essere penalizzata per uno stato ma solo se commette un reato. Una condizione di vita non può essere un reato». La depenalizzazione insomma «sarebbe un atto importante per far superare le paure irrazionali che, tante volte, fanno dimenticare i diritti fondamentali delle persone». Nel corso della conferenza stampa - moderata da don Ivan Maffeis, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali - sono stati ricordati i recenti fatti di Colonia. A proposito dei quali monsignor Perego si è augurato che «da una parte rimanga fermo lo stato di diritto, che il colpevole venga punito, ma che non si faccia di tutt’erba un fascio e non si faccia dell’immigrazione il problema dell’Europa e della Germania». E riguardo alle reazioni che ci sono state il vescovo di Tora le ha definite «fenomeni populistici». Sempre nel corso della conferenza stampa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un telegramma a monsignor Perego in cui ribadisce come sia «necessaria una più stretta
cooperazione internazionale in materia di riconoscimento e
ricollocazione dei rifugiati, mirata a contrastare i transiti
irregolari, insieme al traffico e allo sfruttamento di esseri
umani».
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