venerdì 31 gennaio 2014
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«I vescovi italiani intendono conservare al Santo Padre la libertà di nomina del loro presidente». Il segretario della Cei monsignor Nunzio Galantino ha spiegato ai giornalisti incontrati a Roma per illustrare le conclusioni del Consiglio permanente che «mentre prima in base allo Statuto loro non c'entravano niente con la nomina, se non per fare l'applauso dopo la decisione del Papa, adesso sono state individuate delle modalità per assicurarci che tale scelta non sia fatta sulla testa dei vescovi». In concreto il Consiglio permanente ha indicato «due possibili percorsi. Il primo prevedrebbe una consultazione riservata di tutti i singoli vescovi. Il secondo aggiungerebbe un ulteriore passaggio, ugualmente riservato: l'assemblea generale verrebbe chiamata a esprimere la propria preferenza su una quindicina di nomi dei candidati più segnalati. Nella scelta del presidente – ha detto ancora Galantino – non so cosa avesse in mente il Papa, di sicuro voleva un maggior coinvolgimento dei vescovi. Se il Papa poi dirà che non abbiamo capito, e ci chiederà "voglio che siate voi a fare il nome", allora noi lo faremo. Ma al momento ci è piaciuto questo conservare il legame con il Papa ma dando i nomi precisi dei possibili presidenti: alcuni sì e altri no». Secondo il segretario della Cei l’assemblea dei vescovi potrebbe effettuare una prima scrematura indicando una lista ampia di nomi sui quali votare. Per quanto riguarda la scelta del segretario generale, la consultazione dell’episcopato italiano ha dato un altro esito chiaro: «La maggioranza chiede che sia un vescovo e che anche lui sia nominato dal Papa su una rosa di nomi proposta dalla presidenza, sentito il Consiglio episcopale permanente». Infine, per la nomina dei tre vicepresidenti (Nord, Centro e Sud) i vescovi hanno concordato di non cambiare l'attuale procedura, che ne prevede l'elezione da parte dell'assemblea generale scegliendoli fra i vescovi diocesani. L’iter per modificare lo Statuto della Cei è dunque avviato: «Non abbiamo fretta, non è per dopodomani, non ci corre dietro nessuno», ha spiegato ancora Galantino. Nel comunicato finale del Consiglio permanente si legge che «le Conferenze episcopali regionali hanno condiviso una valutazione positiva del cammino della Cei, esprimendo stima per la rilevanza che ha nella vita sociale e politica del Paese e, soprattutto, per l'azione svolta nei diversi ambiti a servizio del bene della Chiesa che è in Italia, della sua vita e missione, in spirito di collegialità e di collaborazione”. Nel comunicato finale del Consiglio permanente, infine, si legge anche che monsignor Domenico Pompili resta sottosegretario della Cei e direttore dell'Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali «donec aliter provideatur».
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