sabato 4 luglio 2015
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“Testimoniare con gioia che il Vangelo è vero e possibile; ripensare la leadership evitando la ‘sindrome del padreterno; vivere in modo nuovo le relazioni interpersonali”: sono queste le tre prospettive che il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, ha indicato agli oltre 30mila fedeli del Rinnovamento nello Spirito Santo che oggi sono radunati presso lo Stadio Olimpico di Roma per la loro 38ma Convocazione nazionale, che ha avuto ieri, in piazza San Pietro, un prologo con l’udienza di Papa Francesco. Il segretario generale della Cei, partendo proprio dalle parole del Pontefice, ha esortato i presenti alla “testimonianza della riconoscenza e della gioia. Sono contento quando vedo una comunità di persone che con gioia testimonia e dice agli altri che il Vangelo è vero e possibile. Il carattere ecclesiale di un gruppo e di un movimento - ha aggiunto - è fatto di gesti concreti. E questa testimonianza sarà tanto più efficace ma soprattutto sarà evangelica quanto più sarà resa con mitezza e rispetto - ha dichiarato monsignor Galantino - quando sento o leggo espressioni violente o poco rispettose delle persone sulla bocca di alcuni credenti, mi sorge il dubbio che a dettarle non sia il Vangelo o l’amore per valori evangelici, ma che a suggerirle siano solo interessi personali”. Nel suo intervento il segretario della Cei ha poi insistito sulla “necessità di un ripensamento della leadership. Non è opportuno - ha detto parafrasando Papa Francesco - pensare ai ruoli di guida e di responsabilità in termini di comando, ma di servizio. È quanto chiede Gesù ai suoi discepoli: ragionare non come il mondo, nel quale chi ha autorità spesso spadroneggia sugli altri, ma come lui stesso, che essendo il Signore si fa piccolo e serve. La Chiesa deve rinnovarsi secondo questo spirito evangelico; lo devono fare le parrocchie, i movimenti e tutta la compagine sociale”. Compito faticoso soprattutto quando ci si deve “convincere che non siamo noi i salvatori del mondo! Qualche volta, anche nei nostri ambienti può insinuarsi la tentazione di crederci gli unici ad avere la parola e i modi giusti, gli unici, per far crescere il regno di Dio. Vigiliamo - ha ammonito mons. Galantino - per non cadere vittime inconsapevoli, singole o collettive, di una brutta sindrome: la ‘sindrome del padreterno, senza evidentemente esserlo. È un contagio che ci rende pericolosi oltre che allontanarci dal Vangelo”. Circa il “vivere in modo nuovo le relazioni interpersonali”, monsignor Galantino ha ripetuto l’ammonimento di Papa Francesco, ieri in piazza san Pietro: “Non cercate soprattutto i grandi raduni. Essi sono importanti, come l’incontro di oggi conferma. Ma ciò che merita di più la nostra attenzione sono gli incontri più ristretti e quotidiani, nei quali è possibile guardare negli occhi le persone e ascoltarle, pregare insieme e ascoltare la Parola, condividendo le difficoltà della vita e la gioia della fede. Il nostro mondo diviene migliore solo a partire da questo insostituibile aspetto dell’attenzione all’altro e della qualità delle relazioni vicendevoli. Incontrare l’altro con la sua diversità, talvolta segnata come la mia dal peccato, mi rende meno arrogante, mi impedisce di giudicare a cuor leggero e di condannare e mi rende capace di costruire l’unità attraverso la diversità e i doni di ognuno. Dobbiamo essere solidali perché siamo stati redenti da un unico Signore; siamo chiamati a costruire l’unità perché uno solo è lo Spirito, che dà a ognuno doni diversi per l’utilità comune”.Infine monsignor Galantino ha invitato i presenti “a prendere parte a un importante appuntamento promosso dalla Chiesa italiana, da tutti i vescovi italiani, che si terrà sabato 3 ottobre, di nuovo in Piazza San Pietro. Alla vigilia dell’apertura del Sinodo sulla famiglia, ci troveremo per pregare con Papa Francesco per tutte le famiglie e con tutte la famiglie”. Invito subito accolto dal presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, Salvatore Martinez, che ha confermato la partecipazione del movimento alla veglia di preghiera.
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