martedì 2 aprile 2013
​Un viaggio a ritroso nella storia cristiana, quello che ieri ha compiuto papa Francesco, per respirare l’atmosfera del luogo che vide il martirio di Pietro: oggi il cardinale Angelo Comastri ha riportato alla Radio Vaticana le parole e l'emozione del Pontefice
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«Così accade anche oggi: siamo un lievito in mezzo al mondo pagano». Papa Francesco ha pronunciato queste parole ieri sera nel corso della visita alla Necropoli Vaticana, soffermandosi davanti al Mausoleo degli Egizi, che è della fine del II secolo, dove c'è anche una sepoltura cristiana in mezzo a tante sepolture pagane. Lo ha riferito alla Radio Vaticana il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica di San Pietro, sottolineando che quella sepoltura «è una prova evidente che il cristianesimo, proprio come un lievito, stava entrando nel mondo pagano». E' stato un viaggio a ritroso nella storia cristiana, quello di papa Francesco, per respirare l’atmosfera del luogo che vide il martirio di Pietro. «Quando siamo giunti al luogo della sepoltura dell'Apostolo Pietro, il Papa - ha continuato il cardinale - era visibilmente commosso. Ha osservato attentamente la parete bianca piena di graffiti, che fanno riferimento alla devozione verso l'Apostolo Pietro sepolto in quel luogo. Poi, nella Cappella Clementina, davanti alla tomba dell'Apostolo, il Papa si è inginocchiato sul pavimento ed abbiamo ripetuto ad alta voce le tre professioni di fede di Pietro riportate nei Vangeli. È stato molto bello sentire il Papa che diceva con tutti noi le parole di Pietro: “Signore, tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”». Poi, ha concluso Comastri, «il Papa ad alta voce, ha pronunciato l'altra professione di fede di Pietro, dopo l'annuncio dell'Eucaristia: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. Quindi, abbiamo ripetuto la terza professione di fede di Pietro, fatta lungo le rive del Lago di Galilea, quando Gesù - dopo il rinnegamento - per tre volte gli domanda: “Simone, mi ami tu?”, e alla fine Pietro dice: “Signore tu sai tutto: tu sai che io ti amo”. Ed è stato toccante anche per noi sentire il Papa che quasi si sovrapponeva a queste parole di Pietro e le riviveva in contemporanea, perchè oggi è lui che ha la missione di continuare quello che Gesù ha affidato a Pietro». «Indubbiamente - ha poi concluso il cardinale Comastri nell'intervista alla Radio Vaticana - questo fa vedere come nella Chiesa ci sia una continuità. Dopo circa duemila anni, il successore di Pietro, con lo stesso entusiasmo degli inizi ma anche, come lui stesso ha detto, con la stessa fragilità degli inizi, si ritrova qui, in questo luogo, a continuare una missione che fa tremare: la missione di essere la pietra sulla quale Gesù costruisce la sua Chiesa. Si avvertiva che il Papa sentiva molto questa responsabilità: ha guardato attentamente tutto quello che fa riferimento a Pietro, quasi per respirare il clima del martirio, della testimonianza dell'apostolo Pietro»
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