venerdì 2 marzo 2012
​La Chiesa italiana sancisce la sua "apertura" alla cremazione dei defunti. Lo fa pubblicando nella nuova edizione del "Rito delle  esequie" un'apposita Appendice con le preghiere "in caso di cremazione". L'annuncio è stato dato in una conferenza stampa della Commissione Cei e dell'Ufficio liturgico competenti.
Il rito delle esequie: la seconda edizione italiana
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La Chiesa italiana sancisce la sua "apertura" alla cremazione dei defunti. Lo fa pubblicando nella nuova edizione del "Rito delle  esequie" un'apposita Appendice con le preghiere "in caso di cremazione". L'annuncio è stato dato in una conferenza stampa della Commissione Cei e dell'Ufficio liturgico competenti, ribadendo comunque che la sepoltura resta la forma "più idonea a esprimere la fede nella resurrezione" e confermando il no allo spargimento delle cenerie alla conservazione in luoghi diversi dal cimitero.Dietro l'aumento del numero delle cremazioni "c'è anche il grande sforzo pubblicitario delle agenzie funebri che gestiscono queste pratiche, rappresentate in gran parte dalla Socrem. Certo ci sono persone che hanno una loro concezione, un loro pensiero su questo ma le campagne pubblicitarie hanno influito molto e l'esito è questo". Lo denuncia monsignor Alceste Catella, vescovo di Casale Monferrato e presidente della Commissione Episcopale per la liturgia, che ha presentato oggi alla stampa il nuovo libro liturgico del Rito delle Esequie. La dottrina cattolica resta dunque quella già conosciuta: "La Chiesa accetta la cremazione, se non è decisa in odio alla fede, cioè per negare la risurrezione dei corpi proclamata nel Credo, ma non la incoraggia". E, ha spiegato monsignor Angelo Lameri dell'Ufficio Liturgico Nazionale della Cei, non è stata recepita la proposta di prevedere che nei cimiteri si possano versare le ceneri su un fazzoletto di terra consacrata in modo da trovare un compromesso tra chi chiede la dispersione e l'indicazione canonica. 
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