venerdì 29 maggio 2015
Papa Francesco in udienza al Pontificio Consiglio della Nuova Evangelizzazione. Non una “retorica” della misericordia, ma un’“esperienza concreta” dell’amore di Dio, che accompagni ogni persona a un incontro con Gesù vivo.
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​Non una “retorica” della misericordia, ma un’“esperienza concreta” dell’amore di Dio, che accompagni ogni persona a un incontro con Gesù vivo. È questo che deve diffondere oggi la Chiesa nell’umanità del suo tempo, ha affermato Papa Francesco, che ha ricevuto in udienza  i partecipanti alla plenaria del Pontificio Consiglio della Nuova Evangelizzazione, incentrata sul rapporto tra catechesi e annuncio del Vangelo.La misericordia, per Papa Francesco, è “l’annuncio” più grande che la Chiesa possa fare al mondo di oggi. E perché questo fosse chiaro, spiega subito, ha voluto affidarne la cura al dicastero per la Nuova evangelizzazione. Ma la misericordia, per Papa Francesco, è soprattutto una questione di carne viva, di amore di Gesù per l’uomo che chiunque possa toccare. E qui entrano in gioco gli strumenti dell’annuncio – i modi, i linguaggi – in una parola la catechesi:“La missione è sempre identica, ma il linguaggio con cui annunciare il Vangelo chiede di essere rinnovato, con saggezza pastorale. Questo è essenziale sia per essere compresi dai nostri contemporanei, sia perché la Tradizione cattolica possa parlare alle culture del mondo di oggi e aiutarle ad aprirsi alla perenne fecondità del messaggio di Cristo”.“Ciò che gli uomini attendono oggi dalla Chiesa”, afferma chiaramente Francesco, è che essa “sappia camminare con loro offrendo la compagnia della testimonianza della fede, che rende solidali con tutti, in particolare con i più soli ed emarginati": “Quanti poveri – anche poveri nella fede - attendono il Vangelo che libera! Quanti uomini e donne, nelle periferie esistenziali generate dalla società consumista, atea, attendono la nostra vicinanza e la nostra solidarietà! Il Vangelo è l’annuncio dell’amore di Dio che, in Gesù Cristo, ci chiama a partecipare della sua vita. La nuova evangelizzazione dunque è questo: prendere coscienza dell’amore misericordioso del Padre per diventare noi pure strumenti di salvezza per i nostri fratelli”.In questa dinamica dell’annuncio si inserisce, prosegue il Papa, il “grande tema della catechesi”, considerata “come lo spazio all’interno del quale la vita dei cristiani matura perché fa esperienza della misericordia di Dio”. “Esperienza concreta”, chiarisce Francesco, “non un’idea astratta di misericordia”. Perché ciò che vale, sostiene, è comprendere “la nostra debolezza e la forza che viene dall’alto”, dallo Spirito Santo, “protagonista dell’evangelizzazione”, il solo – osserva Francesco “che apre il cuore dei credenti e lo trasforma perché il perdono ricevuto possa diventare esperienza di amore per i fratelli”. Educare alla fede in questo modo, conclude il Papa, “non è retorica” ma “richiede coraggio, creatività e decisione di intraprendere strade a volte ancora inesplorate”: “La catechesi, come componente del processo di evangelizzazione, ha bisogno di andare oltre la semplice sfera scolastica, per educare i credenti, fin da bambini, ad incontrare Cristo, vivo e operante nella sua Chiesa. È l’incontro con Lui che suscita il desiderio di conoscerlo meglio e quindi di seguirlo per diventare suoi discepoli. La sfida della nuova evangelizzazione e della catechesi, pertanto, si gioca proprio su questo punto fondamentale: come incontrare Cristo, qual è il luogo più coerente per trovarlo e per seguirlo”.
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