lunedì 28 gennaio 2013
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​«Diremo al Santo Padre che le nostre Chiese in Campania sono vive, dinamiche e coraggiose, con alle spalle una storia ricca di numerose e splendide testimonianze di santità. E anche se non mancano i problemi, abbonda la consapevolezza che solo un nuovo slancio missionario potrà portare la Parola nei vari settori della vita sociale, nel segno dell’ascolto e della condivisione di sofferenze, di aspettative e di gioie». Il cardinale Crescenzio Sepe disegna così la realtà di quella che una volta era la Campania Felix. Oggi i vescovi della Conferenza episcopale, di cui l’arcivescovo di Napoli è presidente, incontreranno il Papa per la visita ad limina<+tondo>. E sarà questa l’occasione per un bilancio pastorale, oltre che umano e sociale.Eminenza, quali dunque le luci e le ombre?Oltre a ciò che ho già detto, ritengo che la nostra sia una Chiesa forte di una presenza sacerdotale autentica, credibile, gradita, per mezzo della quale è stato possibile educare e formare dei buoni cristiani che si sono fatti portatori di tradizionali manifestazioni di pietà popolare come espressioni di fede vissuta. Purtroppo - e questo rientra tra le ombre, che definirei più propriamente difficoltà o limiti - questo clero, pur fortemente motivato e impegnato, non è sufficiente per soddisfare le tante esigenze, anche sociali, che si presentano quotidianamente. Ma grazie a Dio c’è anche una nuova presa di coscienza da parte dei religiosi e delle religiose, che stanno facendo notevoli passi in avanti nell’offrire il proprio apporto al gravoso impegno pastorale sui territori. Nella nostra regione ecclesiastica, la Chiesa e, quindi, le parrocchie e anche le comunità religiose, quasi sempre sono viste dai cittadini come l’unico punto di riferimento affidabile.Nell’immaginario collettivo la Campania viene spesso associata a fenomeni deteriori, come l’emergenza rifiuti, o criminali, come la camorra. Com’è in realtà la Campania vista dall’interno?Al di là dei luoghi comuni e delle speculazioni interessate, la Campania vive da tempo, sia pure in misura diversa da luogo a luogo, il problema dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. C’è un problema culturale e di educazione alle nuove regole che comporta un processo graduale che comunque è in atto e avanza anche positivamente. Ma a questo si accompagnano anche forme spregiudicate e immorali di speculazione che coinvolgono persone disoneste, che non esitano a danneggiare l’ambiente e a compromettere la qualità della vita, pur di ottenere facili guadagni.E la camorra?Si tratta di una piaga antica che, nel tempo, è diventata sempre più sofisticata. Una cancrena che, però, sta subendo colpi mortali da parte delle forze dell’ordine e della magistratura, mentre nella maggioranza dell’opinione pubblica si va consolidando una coscienza di rigetto e di lotta contro l’azione delle bande criminali. Resta comunque un fenomeno sociale serio e pericoloso, che la Chiesa locale combatte in ogni modo, ma che richiede altre misure di carattere strutturale che diano speranza e sostegno soprattutto ai giovani, i quali non poche volte vengono tentati da lusinghe e dalla promessa di guadagni facili e consistenti. In linea generale, però, la Campania è fatta di gente sana, onesta, laboriosa, capace di esprimere intelligenze, genialità e voglia di fare, nonché significativi punti di eccellenza nei campi della cultura, dell’imprenditoria, della ricerca e delle professioni.Che cosa fa la Chiesa campana per contribuire a risolvere questi problemi?Soprattutto un’azione di presenza, di ascolto, di sensibilizzazione e di formazione, facendosi carico in qualche modo dei problemi e delle attese della gente. Particolare attenzione viene rivolta al mondo della sofferenza e soprattutto all’infanzia, alle donne e mamme sole, alle famiglie indigenti. Non poche iniziative vengono assunte in sinergia con il mondo della scuola per diffondere nei giovani una cultura che significhi rispetto degli altri e delle leggi, perché tutti si possa lavorare nel perseguimento del bene comune. Interventi di sostegno ai senza-lavoro vengono sviluppati attraverso il microcredito, ma anche attraverso progetti di apprendistato che consentano ai giovani di imparare alcuni mestieri antichi e diventare operai specializzati in vari settori, che tanto vengono richiesti da aziende medio-piccole ma anche dalle famiglie. L’anno della fede, poi, sta dando un nuovo slancio all’azione pastorale dei presbiteri e rimotivando fortemente il laicato.C’è un segno di speranza che più la conforta, al di là dei tanti problemi?Certamente i giovani, con la loro effervescenza, la loro voglia di fare, la loro capacità intrinseca di aprirsi e di spendersi per gli altri. Colpisce soprattutto la loro determinazione nell’affrontare gli ostacoli, anche quelli che sembrano più ostici e fiaccanti, perché alla fine riescono a intravedere sempre un raggio di luce e di incoraggiamento.
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