venerdì 21 novembre 2014
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"I sacramenti non vengono assolutamente pagati. Le offerte che i fedeli intendono dare in forma libera sono un modo per contribuire alla necessità materiali della chiesa. Si può camminare sempre meglio per fare capire a tutti quanti che non c'è un commercio e non ci può essere un commercio tra le cose sacre, nessun tipo di compenso materiale". Così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, arcivescovo di Genova, ha ripreso le parole di Papa Francesco, pronunciate durante l'omelia a Santa Marta, sul commercio dei sacramenti, che va evitato assolutamente. "I nostri parroci - ha concluso Bagnasco - di fronte a situazioni di impossibilità di avere un'offerta, sicuramente non rifiutano di dare nessun sacramento". Insomma, "i sacramenti non sono pagati in nessun modo. Le offerte che i fedeli intendono dare in forma libera sono un modo per contribuire alla necessità materiali della Chiesa". Sull'argomento è intervenuto anche il portavoce della Cei, monsignor Domenico Pompili, ribadendo come le parole del presidente della Conferenza episcopale italiana sottolineino quelle del Papa a Santa Marta "circa il fatto che non si fa commercio di cose sacre". "I parroci sanno bene che eventuali offerte possono essere accolte per la carità, ma mai pretese visto che dei sacramenti non si fa merce di scambio - aggiunge Pompili -. In antico si chiamava simonia, ma anche oggi occorre ribadire, come ha ricordato con forza Francesco: 'O rendi il culto al Dio vivente, o rendi il culto al denaro'". Infine Pompili ha osservato che "qualsiasi lettura che contrappone le parole del Presidente della Cei al Papa è fuorviante". Bagnasco poi è tornato sui recenti episodi di tensione tra residenti e rifugiati nel quartiere romano di Tor Sapienza: "Uno spettacolo tristissimo - lo ha definito il presidente della Cei - che non fa onore al Paese". E ha aggiunto: certo, "la sicurezza e la legalità" e "il desiderio di un domani migliore" sono valori che "vanno coniugati insieme". "Non si può certo dividere in modo netto il torto e la ragione perchè si incontrano dei bisogni e delle esigenze da tutte le parti". Da una parte "la sicurezza e la legalità", dall'altra "il desiderio di un domani migliore" per entrambi "il desiderio di continuare una vita tranquilla e sicura". "Bisogna che le istituzioni trovino modi dignitosi perchè, gli uni e gli altri, possano godere di una vita tranquilla - ha proseguito Bagnasco -. Per chi viene in modo legale lo Stato le amministrazioni trovino le sistemazioni adeguate" mentre "i cittadini devono poter continuare una vita serena e tranquilla senza timori e paure". "Non credo - ha concluso - che ci sia da nessuna parte una radice razzista, le eccezioni ci possono sempre essere in tutti le situazioni, ma non è questo l'animo del nostro popolo". Infine l'arcivescovo di Genova ha osservato che i fondi promessi dal governo per la messa in sicurezza del territorio ligure colpito dalle recenti alluvioni sono "una notizia buona, desiderata, invocata ed auspicata da tutti. Bisogna però che sia concreta che si passi all'azione in modo molto tempestivo. Speriamo che si vedano i risultati presto".
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