sabato 21 febbraio 2015
 Bagnasco: “Per quanto ci è possibile, nel gioco della democrazia, dobbiamo insistere, chiedere e promuovere politiche familiari molto più incisive, anche alla luce degli altri Paesi europei.
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“Per quanto ci è possibile, nel gioco della democrazia, dobbiamo insistere, chiedere e promuovere politiche familiari molto più incisive, anche alla luce degli altri Paesi europei”. Ad affermarlo il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico regionale della Liguria che si è svolta stamani a Genova. “Ci sono esempi di Paesi europei molto più virtuosi del nostro per quanto riguarda le politiche a sostegno della famiglia”, ha aggiunto il cardinale, spiegando che in Italia “la famiglia è disprezzata sul piano culturale, perlomeno non valorizzata a sufficienza nella sua intrinseca ricchezza, nella sua portata fondativa ed è maltrattata sul piano politico e amministrativo perché non sostenuta con sufficienti politiche adeguate”. In Europa invece - “penso alla Francia ma non solo” - ci sono politiche familiari più incisive e, “se lo fanno in altri Paesi, penso che sia doveroso e possibile farlo anche nel nostro, dove mi pare che si stia facendo qualcosa ma ancora assolutamente inadeguata”.
Per il cardinale servono soprattutto politiche “per incentivare ed aiutare la prole”. In particolare, “la Liguria dicono tutti che sia la Regione più vecchia d’Italia e forse d’Europa con la natalità più bassa. È una tristezza che vorremmo proprio fosse superata”. In merito agli strumenti, il cardinale ha aggiunto: “Sento parlare da diverse parti della fiscalità, una volta si parlava di quoziente familiare; al di là di tecnicismi bisognerebbe aiutare sotto questo profilo a sgravare le famiglie più numerose in relazione al numero dei figli. Questo mi pare importante”. Da qui l’invito “rivolto a tutti di contribuire sul piano culturale nel valorizzare la bellezza, la necessità, l’insostituibilità dell’istituto familiare, come recita la nostra Costituzione”.
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