venerdì 29 novembre 2013
​Il presidente della Cei, aprendo il convegno «Custodire l'umanità», ha messo in guardia contro il rischio della violenza generata da solitudine e angoscia. In Italia, ha detto, «esiste una cultura chiassosa e supponente» che ridefinisce «in chiave individualista» parole «fondative come amore e libertà, famiglia e vita». IL TESTO
 «Il giornalismo ritrovi verità e responsabilità» IL TESTO
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"L'individualismo non prevalga e renda i poveri sempre più poveri, e i senza voce invisibili". È il richiamo del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, al convegno di Assisi "Custodire l'umanità. Verso le periferie esistenziali" organizzato dalla Conferenza episcopale umbra in collaborazione con l'Università di Perugia e il progetto culturale della Cei. "In questo senso - ha aggiunto Bagnasco - possiamo dire che l'Italia è nel guado e non può illudersi". "La solitudine e l'angoscia", ha spiegato, generate in Italia dal "virus dell'individualismo" sono "il nucleo di ogni follia, e di ogni violenza"."Ritengo che, nel nostro Paese - ha detto il presidente della Cei - non vi sia coincidenza tra la società e la cultura". "Esiste una cultura chiassosa e supponente - ha detto - che, avvalendosi di batterie pesanti, vuole imporre una visione della persona e della società puntiforme, e capovolge il vocabolario dell'umano così che le parole più belle e sacre - anche laicamente perché fondative come amore e libertà, famiglia e vita - sono ridefinite in chiave individualista".Bagnasco ha ricordato che "se ci guardiamo attorno, oltre la coltre pur vera della cronaca, ci sta il Paese reale, la grande maggioranza della gente che vive una cultura potremmo dire 'silenziosa' ma ancora radicata, che crede nella persona come relazione e nella libertà come responsabilità; che vuole una società come rete di rapporti solidali, come comunità di vita e di destino". "La gente che ha il senso della famiglia - ha insistito -, che ha l'istinto della vita come dono e mistero, la famiglia come grembo stabile di vita e palestra di umanità, come riferimento certo e affidabile. C'è la gente - ha proseguito - che sente il proprio dovere come punto d'onore, che si guadagna la giornata con dignità e sacrificio, che si dedica ai propri vecchi, che vede nella morte non il nulla ma il compimento del vivere". "I limiti e le ombre ci sono e non poche, ma se guardiamo la gente comune vediamo una moltitudine di eroismo silenzioso, umile e dignitoso che non fa notizia, ma costruisce la storia e garantisce la coesione sociale", ha aggiunto. Secondo Bagnasco, "questo tessuto, che non appare, meriterebbe la ribalta non per se stesso ma per incoraggiare tutti, per richiamare con vigore dalle illusioni della vita facile e gaudente, per liberarsi dai miti dell'apparire e del potere, e per orientare il Paese in tempi di sbandamento".
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