martedì 23 settembre 2014
​Il provvedimento nella Città del Vaticano "per volontà espressa del Papa, affinché un caso così grave e delicato venga affrontato senza ritardi, con il giusto e necessario rigore". CHIESA E PEDOFILIA: IL DOSSIER
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Jozef Wesolowski, polacco, ex nunzio apostolico, 66 anni, è stato messo martedì sera agli arresti domiciliari all’interno del Vaticano nell’ambito del processo “civile” in corso dentro le mura Leonine in seguito alle accuse per gravi fatti di abuso a danno di minori avvenuto nella Repubblica Domenicana dove è stato rappresentante pontificio dal 2008 al 2013. Il provvedimento è intervenuto dopo che il Promotore di Giustizia del Tribunale di prima istanza dello Stato della Città del Vaticano aveva convocato Wesolowski - già condannato in prima istanza dalla Congregazione della Dottrina della Fede alla dimissione dallo stato clericale al termine di un separato processo amministrativo penale canonico – e gli aveva notificati i capi di imputazione del procedimento penale avviato a suo carico. “La gravità degli addebiti – ha confermato una nota vaticana dopo che la notizia era trapelata sul tg serale de La7 - ha indotto l’Ufficio inquirente a disporre un provvedimento restrittivo che, alla luce della situazione sanitaria dell’imputato, comprovata dalla documentazione medica, consiste negli arresti domiciliari, con le correlate limitazioni, in locali all’interno dello Stato della Città del Vaticano”. La nota della Santa Sede sottolinea come l’iniziativa assunta dagli organi giudiziari dello Stato è conseguente alla “volontà espressa” di Papa Francesco, affinché “un caso così grave e delicato venga affrontato senza ritardi, con il giusto e necessario rigore, con assunzione piena di responsabilità da parte delle istituzioni che fanno capo alla Santa Sede”.
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