giovedì 14 gennaio 2016
Un documento del Coordinamento delle conferenze episcopali ricorda le sofferenze di tanti in Medio Oriente e la difficile situazione dei cristiani.
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Un appello accorato per la pace in Terra Santa arriva dal coordinamento delle conferenze episcopali. "Come Vescovi del Coordinamento Terra Santa - si legge in una nota -, facciamo eco all’appello di Papa Francesco nella sua recente Lettera Enciclica Laudato si’, mi’ Signore nel ricordare la nostra interdipendenza in un mondo sempre più unificato. Qui, in questa Terra Santa per gli ebrei, i cristiani e i musulmani, ci è stato ricordato durante la nostra visita, la presenza duratura della Chiesa tra i deboli, i vulnerabili e quanti sono troppo spesso dimenticati. Portiamo via le nostre esperienze e le storie che abbiamo ascoltato, e siamo determinati a dare voce ai senza voce". "La violenza in corso rende ancor più urgente che ci si ricordi e si assistano tutti, specialmente quelli ai margini, che cercano di vivere nella giustizia e di pace". I vescovi, rivolti alla comunità cristiana e ai giovani di Gaza, dicono: "Voi non siete dimenticati. La guerra del 2014 ha portato alla distruzione di migliaia di case e delle infrastrutture materiali e sociali di Gaza, così come alla morte di israeliani e palestinesi. Un anno e mezzo dopo, mentre ci sono segni di speranza e la capacità di ripresa della popolazione è notevole, molti rimangono senza casa e traumatizzati dalla guerra. Il blocco continua a rendere la loro vita disperata e vivono effettivamente in una prigione. Nella parrocchia della Sacra Famiglia ci è stato detto: 'In questo Anno della Misericordia, uno degli atti di misericordia è quello di visitare i prigionieri e vi ringrazio per aver visitato la più grande prigione del mondo'. La capacità di tanti cristiani e musulmani nel sostenersi a vicenda in questa situazione è un segno visibile di speranza e, in un momento in cui molti cercano di dividere le comunità, un esempio per tutti noi". Un riferimento forte anche alle confische dei terreni: "Alla comunità cristiana di Beit Jala, dove la confisca della terra e l'espansione del muro di separazione nella valle di Cremisan da parte di Israele, in violazione del diritto internazionale, minano ulteriormente la sua presenza in Terra Santa, voi non siete dimenticati. Per tutto il 2016 presenteremo la vostra grave situazione a livello nazionale e internazionale". E un riferimento anche a quei palestinesi e israeliani che cercano la pace: "Voi non siete dimenticati. Il diritto di Israele di vivere in sicurezza è chiaro, ma l'occupazione continua corrode l'anima di entrambi, occupanti e occupati. I leader politici di tutto il mondo devono mettere maggiore energia nella ricerca di una soluzione diplomatica per porre fine a quasi 50 anni di occupazione e per risolvere il conflitto in corso in modo che i due popoli e le tre fedi possano vivere insieme in giustizia e pace". Inoltre ai rifugiati cristiani che abbiamo incontrato in Giordania: "Voi non siete dimenticati. Abbiamo sentito del trauma e delle difficoltà nel cercare di ricostruire le loro vite. Per la maggior parte, il ritorno a casa non è più un'opzione. La Giordania sta lottando per far fronte a quasi un quarto della sua popolazione ora composta da rifugiati. Gli sforzi della Chiesa locale e delle ONG nell’aiutare tutti i rifugiati, cristiani e musulmani, sono significativi e lodevoli specie nell’affrontare la perdita di dignità umana da parte dei rifugiati, ma la comunità internazionale deve fare di più per alleviare le loro sofferenze e lavorare per la pace in tutta la regione". Infine ai sacerdoti, alle comunità religiose e ai laici della Chiesa in Giordania: "Voi non siete dimenticati. La Chiesa in Giordania è vivace e in crescita, ma i cristiani sono timorosi dell’estremismo crescente nella regione. Si spera che l'entrata in vigore il 1° gennaio dell'Accordo globale tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina, ci offra un modello di dialogo e di cooperazione tra gli Stati che rispetti e preservi la libertà di religione e la libertà di coscienza per tutti i popoli". Poi la conclusione: "Con una promessa di solidarietà attiva, facciamo nostra la preghiera di Papa Francesco nella Laudato Si': 'O Dio dei poveri, aiutaci a riscattare gli abbandonati e i dimenticati di questa terra che tanto valgono ai tuoi occhi'." Il documento è firmato dai vescovi Declan Lang (Clifton, Regno Unito - Coordinatore), Lionel Gendron (Saint-Jean, Canada), Michel Dubost (Evry, Francia), Thomas Maria Renz (Rottenburg-Stuttgart, Germania), McAreavey (Dromore, Irlanda), Rodolfo Cetoloni (Grosseto, Italia), Pierre Bürcher (Islanda), William Nolan (Galloway, Scozia), Stephen Brislin (Città del Capo, Sud Africa), Joan Vives (Urgell, Spagna), Felix Gmür (Basilea, Svizzera), Oscar Cantu (La Cruces, USA), William Kenny (Birmingham, Regno Unito) – COMECE, Christopher Chessun (Chiesa d’Inghilterra)
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