giovedì 28 aprile 2016
​Il 2015 ha segnato «una chiave di volta nell'attività dell'Autorità di Informazione Finanziaria» della Santa Sede: aumentati i controlli sulle transazioni finanziarie, sospese operazioni per oltre 8 milioni di euro. Gianni Cardinale
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Il 2015 ha segnato «una chiave di volta nell'attività dell'Autorità di Informazione Finanziaria» (Aif) e di conseguenza anche «nell'attività della Santa Sede intesa come giurisdizione», che si è dotata negli ultimi anni di un quadro regolamentare e di un sistema di prevenzione e contrasto degli illeciti finanziari. Tommaso Di Ruzza, direttore del’Aif, ha così sintetizzato il quadro offerto da Rapporto Annuale dell’Autorità presentato insieme al presidente René Brülhart. Rapporto che offre numerosi dati che documentano come la Santa Sede prosegua nel suo cammino di adeguamento alle più avanzate normative internazionali nel segno della trasparenza. Aumentano infatti le segnalazioni di attività sospette trattate dall’Aif, erano 202 nel 2013 e 147 nel 2014, sono state 544 nel 2015. Aumentano anche le informazioni scambiate con le autorità della Santa Sede e vaticane: 108 casi rispetto ai 41 del 2014, così come i rapporti all’Ufficio del Promotore di Giustizia: 17 rispetto ai 7 nel 2014. Risulta inoltre rafforzata la collaborazione a livello internazionale: 380 casi nel 2015, il triplo rispetto ai 113 del 2014. E a questo proposito Di Ruzza ha spieagato come l’Aif nel corso dell’anno passato abbia «avuto un ruolo attivo e propulsivo e non solo collaborativo», infatti «sono stati maggiori i casi in cui è stata l'Aif a richiedere la collaborazione e spontaneamente fornire delle informazioni, rispetto a quello di ricevere richieste da parte delle controparti estere». In notevole aumento poi i controlli sulle transazioni finanziarie. Nel 2015 infatti sono state sospese operazioni per oltre 8 milioni di euro e un milione e 700 mila dollari Usa. Mentre sono stati congelati conti e fondi per complessivi 7 milioni di euro e oltre 650mila dollari Usa. Dal 2012 in poi, invece, si è ridotto costantemente il numero di dichiarazioni transfrontaliere di denaro contante in uscita al di sopra di 10mila euro: da 1.782 alle 1.196 del 2015. Anche le dichiarazioni transfrontaliere di denaro contante in entrata sono diminuite da 598 del 2012 a 367 nel 2015.  Riguardo allo Ior, il Rapporto Aif riferisce che nell’ottobre 2015 si è concluso il rapporto di revisione ed estinzione dei rapporti, che ha portato all’estinzione di 4.800 posizioni. Il Rapporto infine ricorda come l’Aif abbia sottoscritto numerosi protocolli di intesa con unità di informazione finanziaria di numerosi Paesi, tra cui Germania, Stati Uniti e Lussemburgo. Rispondendo ad una domanda dei giornalisti Di Ruzza si è detto «fiducioso» che «si possa formalizzare l'intesa con l'Unità di Informazione Finanziaria di Banca d'Italia».
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